Washington (Usa), 10 ago. (LaPresse/AFP) – Varie ex dirigenti statunitensi di Nike hanno fatto causa alla compagnia. Accusandola di aver discriminato e sottopagato le dipendenti in comparazione con i colleghi uomini, e di aver ignorato numerose denunce di molestie sessuali. Il documento, depositato in un tribunale dell’Oregon, dettaglia l’esperienza di varie dirigenti di alto livello che hanno lavorato per il marchio per molti anni, che chiedono anche ad altre ex colleghe di unirsi alla class action. Il presidente Trevor Edwards e l’ex capo delle risorse umane David Ayre vengono accusati di aver creato e tollerato un “luogo di lavoro ostile alle donne”. Edwards, che era destinato a guidare la compagnia, è stato costretto a lasciare a marzo. Questo dopo che sono emerse molte notizie di molestie contro le dipendenti. Nella ricaduta del movimento #MeToo, circa una dozzina di altri dirigenti è stata rimossa, nel tentativo di placare lo scandalo. Le querelanti sono Kelly Cahill, che lavorò per quattro anni come direttrice, e Sara Johnston, dipendente per nove anni; a loro si sono unite altre donne.
e ancora
Denunciano inoltre discriminazioni sui salari, con le donne pagate meno degli uomini per fare lo stesso lavoro. “Alla Nike, i numeri raccontano la storia di una compagnia dove le donne sono svilite e sminuite”, affermano i documenti della causa, “per molte donne alla Nike la gerarchia della compagnia è una piramide che non può essere scalata”. Inoltre, affermano le ex dipendenti, “Nike giudica le donne più severamente rispetto agli uomini, cosa che comporta salari più bassi, bonus minori, stock option inferiori”. Inoltre, le ex dirigenti affermano che “le lamentele delle donne alle risorse umane su discriminazione e molestie, incluse aggressioni sessuali, sono ignorate o mal gestite. Il comportamento maschile sbagliato è raramente penalizzato”. Johnston, che afferma di aver ricevuto messaggi sessuali da un collega, e altre dipendenti hanno depositato numerose lamentele, ma la compagnia non ha agito, si apprende dalle carte.