Roma, ‘Mondo di mezzo’: 20 rinvii a giudizio e una condanna

Venti rinvii a giudizio e una condanna ad un anno di relcusione per corruzione: arrivano i primi verdetti del maxi processo 'Mondo di mezzo'

ROMA (Domenico Cicalese) – Venti rinvii a giudizio e una condanna. E’ quanto deciso dal gup di Roma, Monica Ciancio. Si tratta di uno dei tanti filoni dell’inchiesta ‘Mondo di mezzo’, noto anche col nome mediatico di ‘Mafia capitale’.

Prima condanna

Un anno di reclusione, in continuazione con una precedente condanna a tre anni, è stato inflitto a Emilio Gammuto, già collaboratore del ‘ras’ delle cooperative Salvatore Buzzi. Gammuto, processato con il rito abbreviato, è stato ritenuto colpevole di un episodio di corruzione ma è stata esclusa l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa.

Nel ‘Mondo di mezzo’ anche un ex capogruppo del Pd

Tra i venti rinviati a giudizio figurano Francesco D’Ausilio, ex capogruppo del Partito democratico in Campidoglio, e il suo ex capo segreteria Salvatore Calogero Nucera. Nei loro confronti la Procura contesta i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e finanziamento illecito. I due avrebbero “facilitato sul piano politico istituzionale l’aggiudicazione delle procedure negoziate indette dal Dipartimento tutela Ambiente”. E avrebbero ottenuto, nel 2014, “la promessa del 5% del valore dei lotti assegnati dopo aver negoziato dieci procedure”. Il processo prenderà il via il 19 settembre davanti all’ottava sezione penale del tribunale.

Coinvolti imprenditori, dirigenti, un sindaco e le forze dell’ordine

Il processo vede il coinvolgimento di imprenditori, dirigenti e forze dell’ordine. Nella lista degli indagati per il ‘Mondo di mezzo’ figurano gli imprenditori Fabrizio Amore e Flavio Ciambella. C’è anche l’ex direttore del decimo Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde-Protezione civile di Roma Capitale, Fabio Tancredi. Rischiano il processo pure Nadia Cerrito, ex collaboratrice di Buzzi, e Clelia Logorelli, dirigente del settore verde di Eur spa.

Imputato anche Giampaolo Cosimo De Pascali, appuntato dei carabinieri, all’epoca in servizio all’Ufficio direzione Sovrintendenza centrale Servizi di Sicurezza. In particolare, De Pascali avrebbe fornito a Buzzi informazioni sulla gara per la gestione del Centro di accoglienza richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto. E avrebbe fornito notizie sui procedimenti aperti in Procura, ricevendo denaro, anche attraverso il direttore di un ristorante di via Veneto che aveva fatto conoscere il carabiniere al presidente della cooperativa ’28 Giugno’. Informazioni in cambio di soldi, in pratica.

Coinvolti il presidente della cooperativa ‘Capodarco’ Maurizio Marotta, Raniero Lucci (collaboratore di Buzzi), l’ex sindaco di Sant’Oreste Sergio Menichelli (più il dipendente comunale Marco Placidi).

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