Un litigio tra fratelli finito in tragedia. La vittima si chiamava Luigi, 50enne, il presunto carnefice, Antonio, 54enne. I due mondragonesi, stando a quanto ricostruito finora, avevano iniziato a bisticciare martedì nei pressi di un locale situato nella zona centrale della città. E quell’alterco sarebbe poi proseguito all’esterno del bar Brunetti di Pineta Priscone, che si trova lungo la Domiziana. Se si fossero dati appuntamento lì per ‘chiarirsi’ o se sia stato un incontro fortuito non è ancora certo.
Il dato sicuro, invece, è che da come avevano raggiunto quel luogo, sembrerebbe che nessuno dei due avesse avuto intenzioni pacifiche. Per quale ragione? Il 50enne assassinato aveva con sé un machete e chi l’avrebbe ucciso una pistola. La discussione, carica di quanto accaduto poco prima, è degenerata. Alle 20 e 30 circa, le parole hanno lasciato spazio agli insulti, agli spintoni e poi alla pura violenza, con Antonio che avrebbe premuto il grilletto, esplodendo un colpo, con una semiautomatica calibra 9,21, dal basso verso l’alto. E con quel proiettile ha trapassato il fratello al collo non lasciandogli scampo.
Dopo aver fatto fuoco, Antonio sarebbe fuggito in sella al suo scooter con cui era arrivato al locale. Una volta a casa avrebbe preso l’auto e iniziato a vagare per la città. I carabinieri del Reparto territoriale dell’arma hanno subito iniziato a cercarlo. Già dai primi elementi raccolti, gli investigatori avevano compreso che a compiere l’omicidio fosse stato Antonio. E così si sono recati presso l’acquapark dove da diversi anni svolgeva il ruolo di custode. Ma non c’era. Non era andato a lavoro. Ma la fuga del 50enne è durata pochissimo. È stato trovato, in stato confusionale e ferito a un braccio, in via Tiberio, a pochi passi da una scuola.
La Procura di S. Maria Capua Vetere ha emesso un decreto di fermo per il 54enne. Il provvedimento è stato firmato dal pubblico ministero Daniela Pannone e ora dovrà essere convalidato dall’ufficio Gip del palazzo di giustizia sammaritano. Il corpo della vittima è stato trasportato presso l’istituto di medicina legale di Caserta dove sarà sottoposto ad autopsia. Esame che dovrebbe svolgersi già questa mattina.
Antonio Cenname si trova nella casa circondariale ‘Francesco Uccella’ di S. Maria Capua Vetere. Tracciare la dinamica dell’accaduto, come si è svolta la lite, sarà fondamentale per il destino giudiziario di Antonio. Se verrà dimostrato che ha sparato per difendersi, la sua posizione potrebbe rivelarsi meno grave. Pesa, però, inevitabilmente, il fatto che entrambi, quando si sono incontrati dopo il primo litigio, fossero armati.