MONDRAGONE – È l’unica a non aver registrato ‘perdite’ di alto profilo negli ultimi anni. Parliamo della cosca Pagliuca. Se le sue confederate, cioè Gagliardi e Fragnoli, si sono viste privare, grazie alle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla Dda di Napoli, di pezzi da novanta (per citarne alcuni, l’arresto di Angelo Gagliardi e quello di Giacomo Fragnoli), la struttura dei Pagliuca, dopo i mega blitz andati in scena nel precedente decennio, metabolizzata la collaborazione con la giustizia di Donato Pagliuca, è sostanzialmente intonsa.
Ed è proprio questo pericoloso stato di buona salute criminale, forse, che sta determinando al suo interno dei malumori. Non avendo più un nemico esterno da contrastare, non dovendo impegnarsi per recuperare energie e soldi, il benessere malavitoso, garantito dalla fluidità dello spaccio di narcotici e dalle estorsioni ai commercianti e imprenditori (non considerando gli investimenti fatti in altre regioni italiane), chi è parte del clan preso dalla smania di porsi al comando sta creando fibrillazione. Tra questi c’è un soggetto, recentemente ritornato in libertà, che scalpiterebbe per andare a conquistare la guida del gruppo. E per concretizzare questo progetto si starebbe alleando anche con la cosca dei Muzzoni, compagine mafiosa attiva a Sessa Aurunca e a Cellole, che ha tra i suoi punti di riferimento Gaetano Di Lorenzo. Azioni che potrebbero innescare uno scontro soprattutto quando nei prossimi anni dovrebbero lasciare il carcere altri uomini di vertice del gruppo, come Salvatore Pagliuca.
Uno scenario complesso e pericoloso che però è costantemente monitorato dagli investigatori, coordinati dalla Procura antimafia, pronti ad intervenire per evitare che potesse innestarsi un’escalation di violenze.
© RIPRODUZIONE RISERVA