Mondragone, tensioni tra la cosca Pagliuca e i Muzzoni

Slot machine e spaccio di droga: sono i business illegali al centro dello scontro tra la criminalità organizzata mondragonese e la cosca Esposito di Sessa Aurunca. Tra le due realtà mafiose, entrambe attive sul Litorale Domizio, c’è da sempre un rapporto di amore e odio. I primi segnali che la relazione stesse attraversando, adesso, una fase critica sono emersi nell’inchiesta della Dda che ha smantellato la presunta rete di pusher benedetta dal boss Angelo Gagliardi e gestita dai Fiorillo. Il gruppo era riuscito a smerciare droga anche a Cellole, ma questa invasione aveva indispettito gli esponenti del clan Esposito (noto anche come Muzzoni) che arrivarono a minacciare ritorsioni se non avessero abbandonato la piazza. Infatti, dopo poco, i mondragonesi, per evitare la guerra, stando a quanto tracciato dall’attività investigativa dei carabinieri, lasciarono la zona dedicandosi solo alla vendita al dettaglio nella loro città. Questi attriti risalgono al periodo che tra il 2021 e il 2022. Dopo una fase di quiete, da qualche mese sono riaffiorate le tensioni. I sessani stanno vivendo un periodo di forte contrasto con il gruppo Pagliuca, che ora avrebbe il suo principale riferimento criminale in Salvatore (al momento in carcere).

Alcuni esponenti degli Esposito avrebbero anche tentato di concretizzare una spedizione punitiva nei confronti di un soggetto del gruppo Pagliuca. Obiettivo, però, fallito. E i mondragonesi avrebbero reagito all’affronto estendendo di nuovo i tentacoli sui business illeciti ricadenti nelle zone degli Esposito, che ha avuto in Gaetano Di Lorenzo (adesso sottoposto a sorveglianza speciale) uno dei suoi massimi riferimenti, senza alcun accordo. C’è il rischio che possa registrarsi una reazione violenta dei sessani, tesa a rimediare al fallimento registrato in precedenza. E in questo caso i Pagliuca potrebbero alzare il tiro e andare oltre alla ritorsione affaristica. Uno scenario potenzialmente pericoloso che però è sicuramente monitorato dagli investigatori, pronti ad intervenire per evitare degenerazioni.

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