Morico nel mirino dei Mezzero

Gianni Morico ed Antonio Mezzero

Un debito di gioco contratto da un noto imprenditore casertano, la richiesta di aiuto al clan del titolare della sala scommesse (che vantava quel credito) e i conseguenziali ordini del boss: sono i tre punti intorno ai quali ruota la vicenda che oggi raccontiamo. Una vicenda, emersa nell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, che lo scorso 14 ottobre ha fatto scattare misure cautelari per Antonio Mezzero, detto ’o barone, e per altri 13 indagati.

Se fosse un film, il protagonista di questa inchiesta, coordinata dal pm Vincenzo Ranieri della Dda di Napoli, sarebbe senza ombra di dubbio proprio ’o barone, storico esponente del clan dei Casalesi, riferimento della cosca Schiavone nel Basso Volturno, ma con un forte rapporto anche con Michele Zagaria, leader del gruppo mafioso di Casapesenna. Nel luglio 2022 era tornato in libertà dopo aver trascorso ininterrottamente in carcere circa 24 anni. Passate poche settimane a Brezza, frazione di Grazzanise, suo territorio di origine, si trasferisce a Santa Maria Capua Vetere e da qui, dalla città del Foro, facendo leva sulla propria forza mafiosa e sul rispetto delinquenziale riconosciutogli dagli altri pezzi da novanta del clan, avrebbe ripreso a dare dritte ai suoi sodali per rituffarsi in business illegali da radicare non soltanto più nei Mazzoni e dintorni, ma pure nel Sammaritano e nell’Agro caleno. Insomma, era intenzionato (e secondo la Dda lo ha fatto) a riprendere le attività delinquenziali e, per fare cassa, a far sentire il proprio peso sugli imprenditori del territorio. E tra questi, hanno appreso i militari dell’Arma, spunta Gianni Morico, uomo d’affari attivo nel settore della panificazione, recentemente condannato per bancarotta e assolto, con sentenza irrevocabile, dalla pesante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa

Il 13 febbraio 2023, i carabinieri registrano una conversazione tra Antonio Mezzero e il nipote Michele, detto ’o malese (finito in carcere con lo zio per mafia). Il boss confida a Michele che stava uscendo di casa nel tentativo di intercettare Morico: “Non sono capace di incontrarlo”, sbotta il mafioso. “Barone – dice il nipote – niente. A Grazzanise non viene, ma quello s… lo sa che state qua. Avete capito e si para la palla, perché quello sta di casa nella zona di Curti”.

Il primo aprile Morico torna ad essere di interesse per Mezzero. E se i militari dell’Arma ne hanno notizia, è perché ’o malese fa il resoconto di una riunione indetta dallo zio. ’O barone, dice Michele Mezzero a Giuseppe (fratello di Antonio, anche lui arrestato per mafia lo scorso 14 ottobre, ma poco dopo scarcerato dal Riesame), si incontrò con Nicola Del Villano, storico esponente del gruppo Zagaria, attivo nell’area di Cancello Arnone. ’O malese, nel suo relazionare a Giuseppe Mezzero cosa era accaduto, riferisce che Morico aveva contratto un debito con una società di scommesse attiva a Pignataro Maggiore, il cui titolare, per recuperare questo credito, si era rivolto a Davide Grasso (ora in carcere), uomo degli Schiavone che ha base a S. Maria La Fossa e agganci a Capua e nell’Agro caleno. Grasso ne aveva parlato con Mezzero (suo ‘superiore’ nel clan). Il boss, stando a quanto riferito da Michele Mezzero, si era detto disponibile a benedire l’operazione e, qualora fosse andata a buon fine, si sarebbero divisi parte della somma da recuperare, pari a 20mila euro.

Di questo mandato dato da ’o barone a Grasso, ’o malese parla anche ad un altro grazzanisano (non indagato). Per ascoltare direttamente la voce del mafioso sulla vicenda dobbiamo aspettare il 7 maggio 2023. Il boss chiede informazioni al nipote su cosa avesse fatto Grasso: “Questo (il fossataro, ndr) è andato operativo addosso a quei due di S. Maria Capua Vetere (per gli investigatori uno è Morico, l’altro è Vincenzo Addario, anche lui tra i 14 destinatari dei provvedimenti cautelari)”. “Sì – conferma Michele – Sta proprio pazzo (alludendo a Grasso)”. L’attività investigativa, conclusasi nel giugno 2023, non dà informazioni su come si sia conclusa questa vicenda.

Morico, tirato in ballo dai Mezzero nelle conversazioni intercettate, è totalmente estraneo all’inchiesta che ha fatto scattare gli arresti. L’episodio però, secondo gli inquirenti, merita di essere annotato perché dimostrerebbe da un lato la volontà dei Mezzero di tornare ad inserirsi nel tessuto economico del territorio facendo leva sui loro legami mafiosi e, dall’altro, la piaga culturale rappresentata da diversi commercianti che continuano a rivolgersi ai malavitosi e non allo Stato per risolvere le loro problematiche, come sarebbe accaduto nel caso del titolare della sala scommesse di Pignataro Maggiore.

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