Morta a 42 anni dopo un’operazione

GIUGLIANO – Voleva soltanto modificare il suo aspetto. Voleva soltanto dimagrire. Carmen Coppola, 42enne di Giugliano, madre di tre figli, è morta martedì in un letto della clinica Pineta Grande di Castelvolturno, in provincia di Caserta, al termine di un calvario durato quattro mesi. Tutto è iniziato lo scorso 20 giugno, quando la donna è stata sottoposta ad un intervento chirurgico di riduzione dello stomaco presso il San Giuliano di Giugliano. Due giorni più tardi, a causa di una sopraggiunta emorragia, la donna è rientrata in sala operatoria per essere sottoposta ad un nuovo intervento sempre presso la medesima struttura sanitaria. Terminato l’intervento, durato circa cinque ore, è stata collocata nel reparto di terapia intensiva ove è rimasta per circa tre giorni.

Trascorsa una settimana di degenza, a dire del personale che la seguiva, gli esiti degli esami diagnostici e di laboratorio effettuati erano tali da poter consentire le sue dimissioni. Tutte informazioni scritte nella denuncia sporta subito dopo il decesso da suo marito Luigi Correale, rappresentato dall’avvocato Carlo De Stavola del Foro di Santa Maria Capua Vetere. “Dopo pochi giorni è stata sottoposta ad una prima visita di controllo post operatorio – si legge nella denuncia – il cui esito, sempre a dire del personale medico, era regolare. Trascorso una settimana da tale controllo, mi sono premurato di farle effettuare degli ulteriori esami di laboratorio ed una nuova visita di controllo. Anche in questa circostanza il personale medico ha comunicato che il decorso post operatorio era regolare.

Nell’occasione le furono asportati anche i punti di sutura applicati nel corso dell’intervento chirurgico”. Da brividi il calvario ripercorso dal marito: “Il medico ci comunicò, inoltre, che la ormai defunta Carmen poteva riprendere ad alimentarsi regolarmente nonché a svolgere le sue quotidiane attività. Ricordo come se fosse oggi – prosegue Correale – che mi fu detto che era necessario addirittura che Carmen si recasse al mare atteso il periodo estivo, così da poter consentire anche una sua completa ripresa dal punto di vista psicologico. Mi fu fissato un nuovo appuntamento per un ulteriore controllo alla fine del mese di settembre. Nel periodo immediatamente successivo, ricordo che erano frequenti i suoi svenimenti al punto” che il 30 settembre “ho deciso di recarmi presso il Pronto soccorso dell’ospedale di Giugliano che però, lo stesso giorno, ha subito trasferito la mia defunta moglie presso la clinica Pineta Grande” di Castelvolturno. “Preciso che prima del trasferimento – continua la denuncia del marito di Carmen – il dottor S. mi riferì che il ricovero presso la clinica di Castel Volturno era temporaneo in quanto la mia defunta moglie doveva essere sottoposta ad un intervento chirurgico per una non meglio specificata fistole.

Arrivata presso la clinica Pineta Grande sono stati effettuati una serie di accertamenti il cui esito, però, è apparso sin da subito negativo. Nello specifico mi fu comunicato che la situazione era, come detto, gravissima atteso che la povera Carmen aveva ben due fistole, una al bronco ed una all’addome, comunicanti tra loro. Il grado dell’infezione era, in sintesi, già estremamente avanzato”. Da quel momento le sue condizioni sono via via peggiorate fino a martedì mattina quando, purtroppo, Carmen è deceduta. L’avvocato Carlo De Stavola ha ufficialmente richiesto alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere il “sequestro delle cartelle cliniche nonché di ogni documentazione sanitaria afferenti i due ricoveri presso le strutture sanitarie sopra indicate. Il legale ha, inoltre, richiesto il sequestro della salma, attualmente presso la clinica di Pineta Grande così che possa essere disposto l’esame autoptico necessario per accertare le cause del decesso nonché eventuali responsabilità”.

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