Morta dopo il ricovero all’Ospedale del Mare, inizia il processo per due medici

Foto LaPresse - Alessandro Pone 10 Luglio, Napoli (Italia) Cronaca Il ministro della salute Giulia Grillo visita l'ospedale del Mare dove il reparto di chirurgia vascolare è stato chiuso per 12 ore in coincidenza della festa del primario Francesco Pignatelli. In foto panoramiche dell'ospedale. Photo Lapresse Alessandro Pone 10 July, Napoli The Minister of Health Giulia Grillo visits the hospital of the Sea where the vascular surgery department was closed for 12 hours coinciding with the party of the primary Francesco Pignatelli. In the picture, panoramic views of the hospital.

NAPOLI – Al tribunale di Napoli dinanzi alla Prima sezione penale presieduta dalla dottoressa Valeria Bove è iniziato il processo a carico di un medico e di un sanitario: il dottore Pasquale Sannino e la dottoressa Anna Di Rienzo, il primo napoletano e la seconda sammaritana, difesi rispettivamente dall’avvocato Enrico Ferraro di Napoli e dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo di Santa Maria Capua Vere. I due sanitari rispondono di omicidio colposo per aver concorso a determinare la morte della signora Maiellaro Antonia i cui familiari si sono costituiti parte civile con gli avvocati Vincenzo Di Vaio, Vincenzo D’Amore e Antonio Principato, e hanno chiamato in causa come responsabili civili le rispettive assicurazioni professionali dei due medici.

I fatti risalgono a circa due anni fa, precisamente nell’estate 2019, quando la paziente si ricoverò presso l’Ospedale del Mare di Napoli per essere sottoposta ad un delicato intervento chirurgico alla vescica nel reparto urologia del predetto nosocomio. Durante il ricovero le fu somministrata in via intramuscolo una fiala di un antibiotico denominato Rocefin dalla dottoressa Di Rienzo prescritta dal dottore Sannino nonostante lei (pare) ne fosse allergica come era emerso nei giorni precedenti di ricovero sempre presso l’Ospedale del Mare. Di qui – e a seguito della somministrazione – un serio schok anafilattico della paziente, il trasferimento della signora Antonia al reparto rianimazione e di li a qualche giorno, in coma, presso l’Istituto Falde di Santa Maria Capua Vetere e di qui a qualche mese il decesso.

A seguito dell’evento nefasto i figli della signora sporsero denunzia alla Procura della Repubblica di Napoli il cui fascicolo venne affidata al Pubblico ministero partenopeo Mario Canale che avviò un’accurata indagine per verificare se si trattava o meno di un caso di malasanità, disponendo dapprima l’esame autoptico e poi sentendo numerosi consulenti e testi, in pratica quasi tutto il personale del reparto urologia dell’Ospedale del Mare diretto dal dottore Aniello Zito. Alla fine dell’inchiesta il pubblico ministero formulò il capo d’imputazione in omicidio colposo ai sensi della vigente legge Gelli Bianco rispetto al quale i due sanitari si dovranno difendere con testi e consulenti tecnici.

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