FIRENZE – Si terrà il 22 ottobre prossimo, davanti al gup del tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti, l’udienza per decidere dell’eventuale rinvio a giudizio del medico Giorgio Galanti, ex direttore di medicina sportiva dell’ospedale di Careggi, accusato di omicidio colposo nell’ambito dell’inchiesta principale sulla morte del capitano della Fiorentina Davide Astori, trovato senza vita il 4 marzo 2018 a Udine nella camera d’albergo in cui era in ritiro con la squadra.
Le indagini sulla morte di Astori
La richiesta di rinvio a giudizio è stata depositata in questi giorni. Nell’inchiesta, insieme a Galanti è indagato anche il collega Francesco Stagno, medico della medicina sportiva di Cagliari. Dove Astori ha giocato prima di arrivare alla Fiorentina. Da quanto si apprende, la posizione di Stagno, che riguardava l’idoneità rilasciata nel 2014, dovrebbe essere stata stralciata. E il pm Antonino Nastasi potrebbe chiederne l’archiviazione.
La linea dell’accusa
Per l’accusa, il capitano della Fiorentina morì per la mancata diagnosi di una patologia, la cardiomiopatia aritmogena diventricolare, tale da impedirgli la carriera di calciatore. Secondo il pm, sarebbero stati violati i protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico. A Galanti la procura contesta il rilascio ad Astori di due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio, nel luglio 2016 e nel luglio 2017.
Una tragedia evitabile?
Secondo l’accusa, i certificati di idoneità vennero rilasciati nonostante fossero emerse, nelle rispettive prove da sforzo, aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici ad effettuare accertamenti diagnostici più approfonditi. Al fine di escludere una cardiopatia organica o una sindrome aritmogena. Per la procura, dunque, se la patologia fosse stata diagnosticata mentre si trovava in una fase iniziale ciò avrebbe consentito di interrompere l’attività agonistica di Astori. E, tramite la prescrizione di farmaci, di rallentare la malattia e prevenire l’insorgenza di “aritmie ventricolari maligne”.
Il certificato medico
Galanti è indagato anche nell’ambito dell’inchiesta bis per falso materiale commesso da pubblico ufficiale in concorso con la dottoressa Loira Toncelli, medico dello stesso centro specialistico di medicina sportiva di Careggi. L’inchiesta riguarda un certificato medico relativo a un esame, lo Strain, a cui, secondo l’accusa, il calciatore non sarebbe mai stato sottoposto. In questo filone è indagato anche l’attuale direttore della medicina sportiva di Careggi, Pietro Amedeo Modesti. A cui viene contestata l’ipotesi di reato di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.
(LaPresse/di Francesco Bongiovanni)