DAMASCO – Il numero uno dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi sarebbe morto durante un raid americano in Siria. A dare la clamorosa notizia sono i media statunitensi che citano fonti del Pentagono. Il terrorista più ricercato del mondo si sarebbe fatto esplodere durante un assalto all’interno di un compound a Idlib al termine di uno scontro a fuoco con le forze speciali. La morte del Califfo viene confermata da fonti di Siria, Iraq e Iran.
“Qualcosa di grande è accaduto”. Trump come Obama nel 2011 per Bin Laden
Il presidente Usa Donald Trump parlerà alle 13 ma ha pubblicato un tweet sibillino: “Qualcosa di enorme è accaduto”. Poco prima avrebbe dato l’autorizzazione al raid dei suoi soldati, analogamente a quanto avvenuto nel maggio 2011, quando Barack Obama ebbe modo di assistere in video all’assalto dei Navy Seals al bunker di Abbottabad, Pakistan, in cui si nascondeva Osama Bin Laden, leader di Al-Qaeda.
Dall’arresto a Falluja alla proclamazione dello Stato islamico
Complessa e piena di ombre la storia di Al-Baghdadi. Iracheno, 48 anni, venne arrestato nel 2004 a Falluja e rinchiuso in un campo di detenzione americano. Ritenuto un prigioniero di basso livello fu poi rilasciato. Dieci anni più tardi, però, proclamò la nascita dello Stato islamico che occupava porzioni di territorio di Iraq e Siria, dichiarato sconfitto solo nel 2017, ma che ancora continua a combattere nel caos delle tensioni mediorientali in cui negli ultimi giorni si è inserita anche l’invasione della Turchia. Nel 2011, dopo la morte di Bin Laden, strinse l’alleanza con il leader di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, con il quale poi, però, sono nati dei distinguo.
Gli attentati in Europa, la “conquista di Roma” e la fine
Centinaia gli attentati ordinati e rivendicati, tra i quali quelli al Museo del Bardo e su una spiaggia in Tunisia, quelli del 13 novembre a Parigi (130 morti), a Londra, a Manchester, in California, a Barcellona, a Bruxelles, a Nizza. Il Califfo che voleva conquistare a Roma, però, aveva perso terreno e potere negli ultimi anni. E sarebbe morto questa notte. Sono in corso i test del Dna. Poi ci sarà la conferenza di Trump con l’annuncio a questo punto più che probabile. La Casa Bianca fa sapere che il presidente “farà una dichiarazione importante”. E il mondo si prepara a ricordare per sempre il 27 ottobre 2019 come un passo importante verso la fine di un incubo.