MOSCA – “Pronti a riprendere i colloqui con Kiev” E’ quanto giunto dal Cremlino sui possibili prossimi scenari di guerra. Ma ad una condizione sottolineata direttamente al vice ministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, ovvero “quando Kiev si dichiarerà pronta a farlo”. Il tutto dopo che da Kiev si è chiarito che “chiedere un cessate il fuoco è una richiesta inaccettabile finché Mosca non ritirerà le sue truppe dal territorio ucraino invaso il 24 febbraio”.
Bene l’Italia
È gradita la partecipazione di tutti coloro che possono contribuire all’insediamento, nessuno rifiuta sforzi così sinceri”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, riferendosi al Piano di Pace che l’Italia ha presentato all’Onu “anche se purtroppo – ha poi continuato – non conosciamo i dettagli di questo piano, non so se questo sia stato in qualche modo portato attraverso i canali diplomatici, abbiamo appreso questo dai media. Finora non posso fornire alcun commento sostanziale”.
Il diktat
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato durante un suo intervento al Bundestag, che “Putin crede ancora di poter imporre una pace sotto forma di diktat ma ha torto. Così come si sbagliava sulla determinazione degli ucraini e sull’unità delle nostre alleanze. Gli ucraini non lo accettano e nemmeno noi”.