TORINO – “Incontrerò le famiglie delle vittime, voglio risarcirle”: è il desiderio di Luigi Nerini che non riesce a darsi pace per quanto accaduto e chiede, tramite il suo avvocato, di incontrare i familiari delle vittime.
In libertà
Nerini, indagato per la morte di 14 persone, dopo l’arresto è stato rilasciato dal giudice, il gip Donatella Banci Buonamici, che avrebbe riconosciuto la totale mancanza di indizi a suo carico e che “non avrebbe avuto alcun interesse economico ad avallare la prassi” di disattivare il freno d’emergenza per mandare avanti la funivia del Mottarone, anche perché “la stagione doveva di fatto ancora iniziare”.
Il risarcimento
Nerini ha dichiarato attraverso il suo legale “che non ha mai risparmiato sulla sicurezza”. “Pago 127mila euro all’anno per la manutenzione dell’impianto”, ha ricordato.
Freni disattivati
Chiara la testimonianza del caposervizio della funivia Gabriele Tadini. Ai magistrati ha dichiarato che “tra l’8 e il 23 maggio, il giorno dell’incidente i freni sono stati inseriti i forchettoni che disattivano il sistema frenante” e che i freni “sono stati disattivati dieci volte in 15 giorni”.