Movida a Caserta, regolamento ‘svanito’

Rosi Di Costanzo

Con l’arrivo del caldo la movida entra nel vivo e i residenti dell’area della Santella possono solo sperare nel regolamento promesso dall’amministrazione comunale. I cittadini residenti nella zona hanno segnalato, come ogni weekend, diverse violazioni al Comitato vivibilità cittadina presieduto da Rosi Di Costanzo. In via Mazzocchi un locale ha diffuso musica ad alto volume fino alle 2,30 e oltre, in via Ferrante il frastuono si è protratto anche più a lungo. “E’ stata chiamata la polizia locale, non è venuto nessuno”, dice la Di Costanzo. La portavoce dei cittadini ha sentito in questi giorni l’assessore al ramo Emiliano Casale: “Mi ha detto che il regolamento è pronto a essere pubblicato, ma i consiglieri che ho consultato non ne sanno niente”. Eppure questo atto, una volta pronto, andrebbe sottoposto alle commissioni competenti. Una soluzione valida, suggerisce Di Costanzo, sarebbe un regolamento come quello appena adottato ad Aversa, con cessazione della musica alle 23 (il venerdì e sabato fino alle 24) e chiusura alle 2. Nella città normanna è vietata la somministrazione di bevande in vetro (di qualsiasi tipo) dalle 22 e per tutta la settimana. Gli esercenti che violeranno queste norme si vedranno chiudere l’attività per un minimo di 7 giorni.
A Caserta è stato il comandante della polizia locale Antonio Piricelli (che ha ricoperto lo stesso incarico anche ad Aversa) a proporre all’amministrazione di adottare un’ordinanza con sanzioni più severe, ma di questo provvedimento si sono perse le tracce. Si era parlato di un inasprimento delle sanzioni pecuniarie, e della chiusura del locale da 5 a 80 giorni, a seconda della gravità delle violazioni e delle recidive. Alla fine non se ne è fatto nulla perché si sarebbe esposto il Comune ai ricorsi degli esercenti. L’amministrazione ha optato quindi per delle semplici modifiche al regolamento , in modo da rendere più stringente il controllo sulle emissioni acustiche, l’occupazione di suolo pubblico e altri aspetti. Ma evidentemente anche questa versione “corretta” sta incontrando qualche difficoltà.

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