ROMA – Il Movimento 5 Stelle ha deluso le aspettative dei cittadini. Questo è quanto decretato dal risultato delle Europee. Il 17% dei consensi ottenuti corrisponde alla perdita di più di 6 milioni di voti. Tutti responsabili? No, il capo politico e vicepremier Luigi Di Maio ha dettato la linea e ha perso. I dissidenti lo vorrebbero dimissionario.
Le responsabilità
E’ chiaro a tutti che la linea morbida nei confronti degli alleati della Lega e di Matteo Salvini su temi come i migranti e la legittima difesa hanno causato, fin dal primo momento, spaccature interne al Movimento 5 Stelle. I dissidenti hanno mostrato la propria insofferenza e sono stati ammoniti dai probiviri, qualcuno come il senatore Gregorio De Falco è stato addirittura espulso. Le critiche non sono state accettate e col senno di poi i grillini hanno capito di aver sbagliato.
Il cerchio magico
Di Maio ha avuto intorno a sé cattivi consiglieri. Quale ruolo abbia giocato Davide Casaleggio non è chiaro, ma sicuramente non è privo di responsabilità così come non lo è Beppe Grillo, il comico genovese che dalla casta si è fatto fagocitare proprio come i suoi che in Parlamento si sono appiattiti su posizioni che nulla hanno a che vedere con il dna del Movimento 5 Stelle.
Veterani e nuove leve
Gli unici ribelli sono stati gli ortodossi fichiani, una piccola parte di deputati e senatori al secondo mandato, capaci più delle ‘nuove leve’, nella maggior parte dei casi irrilevanti in termini di proposte e non a caso definiti pigia bottoni, di mantenere fede al proprio mandato. I primi chiedono la testa di Di Maio, i secondi galleggiano in attesa di suggerimenti.
Il passo indietro
Ufficialmente nessuno, né Alessandro Di Battista né Roberto Fico, ha chiesto a Di Maio di dimettersi, ma la strategia da utilizzare per salvare la faccia ancora non è stata elaborata. Essere forza di governo con la Lega e allo stesso tempo giocare a fare opposizione a Salvini non ha pagato e non paga. E’ questione di coerenza, quella smarrita dai grillini un anno fa.
Dissidenti all’attacco
La senatrice Elena Fattori lo ha detto fuori dai denti: “Il voto è stato un grande disastro di cui si deve assumere tutta la responsabilità Di Maio, visto che si è blindato con un regolamento che gli dà tutti i poteri – ha annunciato –. In assemblea chiederò le sue dimissioni dai due ministeri. Non può fare tutto e male. Se qualcuno chiedesse le dimissioni da capo politico, dovrebbe rimettere il mandato in mano agli iscritti. Con una disfatta del genere non si può far finta di niente”.
E gli attivisti?
Scomodati per votare su Rousseau candidature e proposte o disegni di legge, perché non vengono interpellati sulle sorti di Di Maio? Il Movimento 5 Stelle non è più quello dell’uno vale uno.