NAPOLI – Tutti civici, coi partiti degli altri: Catello Maresca (a destra) e Gaetano Manfredi (a sinistra), in questo avvio di campagna elettorale per le comunali di Napoli del prossimo autunno, sembrano interscambiabili. Provate a immaginare Maresca candidato di Pd e M5s e Manfredi con il centrodestra: non cambierebbe niente, assolutamente niente, tanto è vero che all’ombra del Vesuvio i soliti maligni hanno coniato un nuovo termine per indicare i due: “Manfresca”.
Etimologia canaglia: Manfresca è la sintesi di due candidati che passano la loro giornata a discutere di questioni di politica politicante, senza tra l’altro rispondere mai con chiarezza alle domande che vengono loro rivolte. Manfredi continua, con sprezzo del ridicolo, a definirsi “civico”: peccato che la coalizione che lo sostiene è formata da Pd, M5s, Leu, Italia viva e altri partiti e liste, e che la sua campagna sia iniziata con una bella pizza insieme a Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Valeria Ciarambino, politici che più politici non si può. Maresca, da parte sua, gigioneggia a centrocampo e butta la palla in tribuna ogni volta che gli viene chiesto se i simboli di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia saranno o meno sulla scheda elettorale al fianco del suo nome e cognome: “vedremo”, “valuteremo”, “decideremo”, risponde costantemente Maresca, che si definisce “né di destra né di sinistra” mentre, evidentemente a sua insaputa, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi lo considerano il candidato di centrodestra.
Mentre i Manfresca si baloccano tra formule e formulette varie (e avariate), litigando sul Napoli e sulla Juventus, la città aspetta ancora invano di conoscere le loro idee per il futuro: nulla di nulla, tranne le solite chiacchiere sullo sviluppo, la capitale europea, le periferie. Silenzio totale anche sui candidati: chi ci sarà, nelle liste dei due? Quali saranno i criteri per le candidature? Quali energie della città verranno coinvolte nel progetto? Non si sa: quello che si sa è che i Manfresca più che civici sembrano due candidati cinici, preoccupati solo e soltanto di prevalere sull’avversario, ma senza appassionare i cittadini.
Un’altra incognita totale riguarda i candidati alle dieci Municipalità: un esercito vero e proprio, anzi due, dei quali però almeno fino ad ora non si conoscono i nomi né dei generali, né degli ufficiali, né dei soldati semplici. Si resta in attesa anche di sapere se ci saranno in tutte le circoscrizioni anche i candidati di Antonio Bassolino e Alessandra Clemente, gli altri due candidati a sindaco in campo, e quali saranno idee e progetti che porteranno avanti. Tra una pizza e un’intervista su Spalletti, sarebbe anche il caso di iniziare a parlare di cose concrete e di fare nomi e cognomi.