MILANO (LaPresse) – ‘Domino’: un verbo che svela un’intenzione, ma anche un gioco composto da tanti pezzi messi insieme che “se messi insieme in ordine diverso, portano in mille direzioni”. Malika Ayane parla con affetto del suo nuovo lavoro, lo descrive come “un quinto figlio” e le si legge nello sguardo e nella voce quanto amore e dedizione ci abbia messo.
Il ritorno di Malika Ayane
Anche perché probabilmente si rende conto di avere ‘messo al mondo’ un qualcosa di diverso e in qualche modo distante dallo scenario musicale di oggi: “In effetti io non sono desueta, ma neanche attuale. Essere qualcosa di estraneo alla scena contemporanea – precisa – vuol dire che puoi fare qualunque cosa. In fondo, la scelta commerciale non garantisce il successo e credo che questo sia un momento straordinario per osare di più”.
Modernità, ritmo e sperimentalismo
E infatti la ‘Malikessa’ osa, con sonorità antiche ma allo stesso tempo moderne, con una ricerca del ritmo quasi ossessiva e sperimentale (“Quando però farò un disco frigo e voce, fermatemi”, scherza) combinata a testi che parlano del quotidiano, della noia, della routine, della normalità: dalle macchie di soia sulla tovaglia al truccarsi di corsa in ascensore. Scene di vita vissuta, come quella di chiunque.
La Ayane descrive ‘Domino’ come un disco più “urbano” rispetto a ‘Naif’, “da interni”, con una lavorazione articolata visto che è stato scritto in tre città diverse, in tante camere d’albergo, e prodotto in una quarta (Berlino) e con l’incisivo impatto dei coautori (in primis Pacifico). Senza dimenticare l’attenzione alla grafica, con un cd che è da sfogliare ancor prima che da ascoltare.
Il nuovo album e i live in programma
Dopo l’uscita dell’album, ovviamente, Malika non si ferma. Anzi, addirittura raddoppia. Dal 6 novembre, infatti, partiranno i live che vedranno due date per ogni zona: una in teatro e una live. La motivazione di questo ‘sdoppiamento’ è semplice: “Ho deciso di non provare più a far stare tutto in una sola confezione”. Ecco così la necessità di mettere in scena due spettacoli, con la stessa identica scaletta ma abiti musicali diversi: nei teatri ci saranno cinque elementi più Malika, nei club due elementi più la Ayane ai synth.
Un autunno impegnato, insomma, per la cantautrice che evidentemente non avrà tempo, come volevano le voci di corridoio, di fare da giudice a ‘X Factor’ (che racconta, per la prima volta, le avevano proposto in qualità di concorrente a inizio carriera). Mentre su Sanremo replica, sorridente: “Volentieri, lo presenterei con Claudio e le canterei tutte. Ma morirei d’ansia”.
Artista e mamma a 360 gradi
Malika, però, non è solo un’artista poliedrica, ma è anche mamma (“severa ma giusta”) e donna, cosa non sempre semplice in epoca di #MeToo. “Essere donna è un casino pazzesco – ammette – al di là della questione puramente sessuale, è ancora difficile essere rispettate. Ma quello che conta è l’educazione del singolo. Dobbiamo crescere i nostri figli nel rispetto di se stessi e degli altri individui”. Su una cosa, però, la Ayane non transige: “Dovessero mettere in discussione le libertà personali, come per esempio l’aborto, lì mi incateno in piazza della Scala”.
di Chiara Troiano