Milano (LaPresse) – Amore che torni: è tutto qua il significato del concerto dei Negramaro a San Siro. E’ quel sentimento che fa giri immensi (per dirla alla Venditti) ma poi ricompare all’improvviso, con tutta la sua forza. La band salentina, pochi mesi fa, lanciando il nuovo album, aveva raccontato del periodo di crisi interna e del rischio di sciogliersi, ma ora si è definitamente ritrovata.
Sono loro stessi ad accorgersene e a dirlo, pochi minuti prima di salire sul palco allo stadio Meazza di Milano: “Sono orgoglioso di questa storia e non parlo solo di numeri – spiega Giuliano Sangiorgi, fresco di annuncio dell’imminente paternità a novembre – quando, mentre suoniamo, mi giro e guardo loro che suonano, io ritrovo la pace. Nella data zero del tour a Lignano ho riscoperto di nuovo la grandezza: quella dei miei amici pronti a supportarmi, sapendo che devo essere al 100% e se non lo sono mi raddrizzano”.
C’è felicità negli occhi dei Negramaro, quella di chi sa che dopo un periodo di difficoltà si è ritrovato e da ora in poi sarà impossibile dividere. Ma c’è anche l’orgoglio di chi rivendica di entrare per la terza volta a San Siro (dopo il 2008 e il 2013), ancora da ‘indie’: “E’ un obiettivo gigantesco riempire uno stadio come questo. E poco importa se non è un sold out, visto che ci sono 50mila persone, per noi è come se lo fosse. In un momento in cui la musica indie sta esplodendo, noi siamo da sempre indipendenti, la Sugar non è una major. Se poi il risultato è pop, ben venga. Ma la nostra è una storia indie”.
La band torna a suonare dopo un periodo di riposo
La scaletta del concerto, di oltre due ore, passa dai vecchi successi ai brani del nuovo album ‘Amore che torni’. La band salentina occupa il grande palco in maniera particolare. Giuliano sotto (per la maggior parte del tempo) e il resto del gruppo alle sue spalle, posizionata sopra cinque grossi cubi ricoperti di schermi. Ma – sottolineano i Negramaro – è il loro concerto più dinamico di sempre, probabilmente proprio grazie alla struttura in movimento. Dopo la partenza con ‘Fino all’imbrunire’ il gruppo ha un momento di difficoltà quando l’impianto audio fa le bizze su ‘Sei tu la mia città’, ma si riprende e continua come se nulla fosse accaduto.
C’è anche un momento ‘politico’, con il brano ‘Per uno come me’, che racconta di un amore fra migranti alla deriva, del quale Sangiorgi, tempo fa, aveva detto avrebbe commosso pure Salvini. “Lo penso ancora, lo ridico. Noi non parliamo il politichese, ma il sogno delle persone è quello di invecchiare sulla terra ferma. Sono vite umane. Se pensiamo a questo, chiunque si butterebbe a salvarli, non solo Salvini”. Più dura la critica sulla possibilità di togliere la scorta a Roberto Saviano, amico di Giuliano: “Un’istituzione non può essere così leggera. Non si può togliere la scorta a chi combatte una cosa così pericolosa. Si corre il pericolo di confondere la gente. La mafia è una cosa pessima, da combattere, e chi lo fa deve essere tutelato“.
L’omaggio a Dolores O’Riordan dei Cranberries
Sul finire del concerto, prima dei grandi successi ‘Meraviglioso’, ‘Mentre tutto scorre’ e ‘Nuvole e lenzuola’, l’omaggio a Dolores O’riordan, cantante dei Cranberries scomparsa pochi mesi fa e che con i Negramaro aveva cantato e inciso ‘Senza fiato’. Alla fine della canzone, cantata da Giuliano sospeso a 15 metri da terra, una foto sui maxischermi dell’abbraccio fra lei e Sangiorgi. “Ci abbiamo messo il massimo rispetto – spiega il frontman del gruppo – è stata una grande donna e una grande amica. Ci ha regalato un momento incredibile“.
LA SCALETTA: The beginner, Fino all’imbrunire, Ti è mai successo, La prima volta, Estate, Sei tu la mia città, Il posto dei santi, Mi basta, Amore che torni, Attenta, Parlami d’amore, Per uno come me, L’amore qui non passa, Solo per te, Solo tre minuti, Sei, Lo sai da qui, Tutto qui accade, L’immenso, Awakening, Via le mai dagli occhi, Ci sto pensando da un po’, Whisper, Senza fiato, Meraviglioso, Mentre tutto scorre, Nuvole e lenzuola, High tide.
Chiara Troiano