Musica, Riccardo Sinigallia torna con ‘Ciao cuore’: “Il mio inshallah alla romana”

Un nuovo album dalle mille sfumature

foto Piergiorgio Pirrone - LaPresse

MILANO (LaPresse) – Ascoltatelo senza pregiudizi, mettetevi comodi, o magari premete il tasto play mentre cucinate o rassettate. Sono questi i consigli di Riccardo Sinigallia per avvicinarsi al suo nuovo album, ‘Ciao cuore’, in uscita venerdì a quattro anni dall’ultimo progetto discografico. Il cantautore non ama parlare delle sue canzoni perché lo trova “noioso”, teme di viverle “in maniera troppo morbosa”. E così preferisce che, chi è interessato, le ascolti direttamente, senza una sua intermediazione.

Il ritorno di Riccardo Sinigallia, il suo album è un ‘inshallah’ alla romana

L’unico dettaglio su cui si sofferma è il titolo, con il suo significato ambivalente: “E’ una tipica frase romanesca. E’ sia un benvenuto sia un arrivederci. Un ‘inshallah’ alla romana”, scherza.

Stuzzicato, però, precisa che nell’album c’è sicuramente un aspetto malinconico, suo tratto distintivo, ma ce n’è anche uno più sentimentale e positivo e un altro ancora ironico. Si riferisce, per esempio, al brano ‘Le donne di destra’: gli è venuto di getto, in 5 minuti, ma sostiene che il testo ironico, appunto, lo salvi “dal massacro mediatico dei social” nonostante il titolo ‘politico’.

Il rapporto del cantautore con i social

E, in effetti, per gli artisti sembra sempre più complicato esporsi con idee politiche e non, proprio a causa dei timori di rivolte di massa da Twitter a Facebook. “E’ una cosa che mi mette in imbarazzo – spiega Sinigallia -. L’attenzione dei social è una novità con delle conseguenze. L’aspetto più pericoloso è l’autocensura, molto peggio della censura. Ci inaridisce, ci rende più vigliacchi e impauriti. E’ vero, però, che pure la reazione opposta è pericolosa. Come succede in politica, per esempio, dove trionfano manifestazioni appositamente aggressive e volgari per ottenere visibilità”.

Il lavoro dietro le quinte e l’amarezza dell’esclusione a Sanremo

Ma Riccardo, da sempre timido e riservato, abituato a lavorare spesso dietro le quinte della musica, più che a mettersi in primo piano, preferisce mantenere un basso profilo. Non per quanto riguarda la musica, però, dove espone i suoi gusti in maniera forte e chiara: se la prima trap, quella della Dark Polo Gang, per intenderci, lo aveva “colpito” in quanto “fotografia nitida” del presente, si è presto annoiato del cliché e della voce in autotune. “Il cantautorato invece si rigenera sempre. E’ naturale, immortale”.

Adesso, dopo l’uscita dell’album, Sinigallia è curioso di vedere cosa succederà, con una serie di concerti nei club d’Italia tra gennaio e febbraio. E Sanremo? A quattro anni dall’esclusione del suo brano ‘Prima di andare via’ perché già eseguito in pubblico, Riccardo è ancora scottato, ma non disilluso: “Valuterei una mia partecipazione con grande attenzione, ci vorrebbe una motivazione forte. Ritengo quel palco una grande opportunità e una cosa unica, non ci sono altri posti per presentare una canzone in tv. Amo il Festival e la sua tradizione. Ma vorrei anche essere difeso e tutelato”.

di Chiara Troiano

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