Napoli. Agguato tra la folla: Federico Vanacore ucciso come un boss

Il pregiudicato di 33 anni centrato da almeno dieci proiettili mentre era fermo in auto. Sicari in azione alle 16,30

NAPOLI – Ucciso come un boss. E’ il destino che i killer della criminalità organizzata hanno riservato a Federico Vanacore, 33 anni, ammazzato ieri in pieno giorno e in pieno centro a Ponticelli. Almeno dieci i proiettili che lo hanno centrato mentre si trovava in viale Margherita, due al volto. E il quartiere ripiomba nella paura.

Sono le 16,35 quando i carabinieri ricevono la segnalazione dal 118. Giunti sul posto, gli investigatori dell’Arma si fanno largo tra la folla che nel frattempo si è formata intorno alla Fiat 500 X rossa di Vanacore. Seduto al volante c’è il corpo senza vita del 33enne. Sul marciapiede passano donne con bimbi al seguito. Il centro storico di Ponticelli si ferma in silenzio per assistere ai rilievi dei carabinieri. Area messa in sicurezza, una folla di curiosi al di qua dei nastri biancorossi, tutti sotto choc per un delitto compiuto in una strada ricca di attività commerciali. Si procede all’identificazione del cadavere: i database in dotazione alle forze dell’ordine dicono che la vittima ha precedenti per spaccio di stupefacenti. Un primo riscontro che lascia intravedere uno sfondo chiaramente malavitoso. Nel 2013 Vanacore fu coinvolto in un’inchiesta della Dda su un giro di smercio di droga al minuto alle pendici del Vesuvio. Le indagini dell’epoca consentirono di documentare oltre cento episodi di spaccio di sostanze stupefacenti avvenuti a Striano e nei comuni limitrofi, di arrestare in flagranza due indagati, di deferire in stato di libertà altre 16 persone per le stesse ipotesi di reato nonché per favoreggiamento personale, e di segnalare, quali assuntori di sostanze stupefacenti, 19 acquirenti, residenti a Striano e nei comuni limitrofi. Torniamo a ieri e all’identikit della vittima. Indiscrezioni raccontano di un legame del 33enne con il clan De Micco. Non un’affiliazione ufficiale, ma una semplice vicinanza agli ambienti dei Bodo. Un soggetto che orbitava nella galassia criminale di Napoli est, anche se la sua parola non contava come quella di un boss o di un ras. Non si direbbe a guardare la dinamica sotto una lente d’ingrandimento. I sicari sono entrati in azione poco dopo le 16. Vanacore era fermo in auto nei pressi di una farmacia. Sono arrivati due uomini su uno scooter. Si sono affiancati al crossover rosso fiammante e hanno aperto il fuoco. Un volume di piombo impressionante. Almeno dieci le pallottole esplose, due andate a bersaglio al volto. Una punizione che risuona come un messaggio che va in diverse direzioni. Chi ha ammazzato Vanacore voleva impartire una lezione e non soltanto alla vittima. E su Ponticelli aleggiano di nuovo gli spettri di una ripresa degli scontri tra organizzazioni criminali. L’ultimo agguato mortale negli ambienti criminali di Napoli est risale alla fine di ottobre, quando un commando di fuoco sorprese il 22enne Alessio Bossis nel parcheggio di un centro commerciale della vicina Volla. Bossis pagò con la vita le sue ambizioni da boss. Cresciuto nella costellazione dei De Luca Bossa, il giovane stava mettendo su un gruppo criminale tutto suo. Lo ammazzarono sotto gli occhi di decine di persone affinché tutti potessero vedere di cosa è capace il clan quando qualcuno sgarra. Lo stesso epilogo ideato per Vanacore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome