Napoli, alle nozze del figlio del boss Lo Russo l’alleanza tra clan

Da sinistra, Antonio e Salvatore Lo Russo

NAPOLI – A Napoli il confine tra criminalità organizzata e jet set è storicamente labile. Anche fin troppo. E così succede che i due elementi si fondano spesso, dando vita a scenari che tingono la cronaca di nero e di rosa. Come accadde il 3 maggio del 2007. Un giovedì come tanti, non per gli abitanti di Miano. E già perché il quartiere era in festa e per quella giornata aveva tirato fuori dall’armadio l’abito delle grandi occasioni. Era il giorno del matrimonio di Antonio Lo Russo, dell’omonima famiglia criminale dei Capitoni, un’organizzazione che, poi, negli anni successivi sarebbe stata smantellata dalle inchieste della Dda e dai pentimenti eccellenti. Organizzazione che, comunque anche oggi, fa sentire la sua influenza sul quartiere.

Il matrimonio nel 2007

Torniamo al 3 maggio di 15 anni fa. Dopo il fatidico “sì” all’altare, la scena si spostò al ristorante Villa delle Ninfee di Pozzuoli. E’ qui che l’allora rampollo del clan festeggiò le sue nozze. Come andò la giornata sono stati lo stesso sposo e il padre, Salvatore Lo Russo (entrambi collaboratori di giustizia), a raccontarlo ai magistrati del pool anticamorra napoletano. I Lo Russo erano un habitué di Villa delle Ninfee: “A tale proposito – ha messo a verbale Salvatore Lo Russo – venne presso il ristorante una macchina della polizia di Pozzuoli per dire che a mezzanotte la cerimonia doveva terminare. Fui informato di ciò da Bruno (Potenza, ndr, proprietario della struttura, poi arrestato e scarcerato nell’inverno di due anni fa). Alla cerimonia c’erano, tra gli altri, Raffaele Amato, i fratelli e le loro rispettive famiglie nonché Cesare Pagano, che era anzi il compare, e la sua famiglia”. Un parterre de rois criminale di tutto rispetto: “Comunque erano trecento persone ed effettivamente quella cerimonia sanciva la piena alleanza tra i Lo Russo e gli scissionisti”, l’analisi di Salvatore Lo Russo.

Il racconto dello sposo e gli ospiti illustri

Il suo racconto trovò conferma nelle dichiarazioni fornite dal figlio, lo sposo: “Mio compare di nozze è stato Cesare Pagano che mi regalò due orologi Frank Muller e una busta con 50mila euro”. Oltre ai soggetti già menzionati, tra gli invitati spiccavano “Vittorio Notturno (Vincenzo Notturno, detto Vector o Vittorio, ndr), Carmine, Angioletto, Mimì, fratello di Cesarino, Rito Calzone. C’era anche Peppe Gallo, Gervasio Paolo. Erano tutti liberi, non latitanti – precisò Antonio Lo Russo – Facemmo venire un servizio di vigilanza armata, non ricordo di qualche società, non mi interessai io della cosa”. “A suonare venne Sal Da Vinci, Valentina Stella, Franco Ricciardi, Demo Morselli e anche Gigi Sabani”, che fece anche da presentatore.
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