NAPOLI – Arrestato il titolare dell’autorimessa “SpaccaNapoli” di via Sant’Arcangelo di Baiano, nella zona di Forcella. Secondo la Procura, Gennaro Rapillo (nella foto) era vicino al clan Mazzarella. Sarebbe stata proprio la sua appartenenza alla cosca a incutere timore nei confronti del proprietario di un’attività commerciale concorrente, a cui sarebbe stato impedito di svolgere il proprio lavoro. Alla vittima sarebbero stati causati ingenti danni dal punto di vista economico. L’indagato è stato catturato ieri mattina dagli uomini della Squadra Mobile di Napoli guidati dal capo Giovanni Leuci all’aeroporto di Fiumicino.
Il 58enne è stato portato in carcere. Secondo le accuse, facendo leva anche sui suoi legami con esponenti di vertice della locale criminalità organizzata, avrebbe ripetutamente minacciato, anche di morte, il titolare dell’altro garage, i suoi familiari e i suoi dipendenti, affinché gli consentissero di gestire il flusso delle auto in arrivo in modo tale da garantire l’accesso della maggior parte delle stesse alla sua autorimessa a discapito dell’attività concorrente.
In alcuni casi l’uomo avrebbe addirittura imposto, dietro gravi minacce, che alcune auto già parcheggiate all’interno del garage della vittima fossero spostate e dirottate presso la sua attività. Contestualmente all’esecuzione del provvedimento custodiale, la Polizia di Stato ha proceduto anche al sequestro preventivo dell’autorimessa. Il garage è quello davanti al quale, nello scorso dicembre, venne aggredito il deputato Francesco Emilio Borrelli durante una diretta sui social nella quale aveva denunciato l’occupazione abusiva della strada da parte dell’attività. Quell’episodio non viene contestato dagli inquirenti (nell’occasione venne arrestato un altro indagato), l’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia arriva per una vicenda che sarebbe già in corso da tempo: Rapillo, da quando ha avviato la sua attività, nel 2022, avrebbe preso di mira la famiglia che gestisce un garage delle vicinanze, arrivando alle minacce di morte perpetrate anche citando il clan di camorra.
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