Napoli. Beffa Superbonus 110, è rivolta

In migliaia in corteo al centro storico, cori contro Draghi: “Stiamo fallendo”

NAPOLI – Una fiumana di elmetti bianchi e gialli ha attraversato ieri mattina il centro storico di Napoli. Sono gli operai, gli imprenditori e i rappresentanti delle imprese edili che rischiano ora il fallimento a causa del blocco dei crediti di imposta per il Superbonus 110. La maggior parte dei cantieri in Italia è bloccata dal momento che gli imprenditori non hanno fondi per continuare i lavori, pur avendo pieni i cassetti fiscali per la fatturazione di lavori di ristrutturazione grazie al meccanismo del Superbonus. Fondi dunque che non su riescono a cedere alle banche che quindi non finanziano la prosecuzione delle opere. Le procedure sono inoltre divenute lunghe e farraginose per l’emergere di alcuni casi di truffa ma, spiegano gli imprenditori, non può essere penalizzato un settore intero per singole irregolarità.

Un lungo corteo è partito da piazza Bovio, e ha sfilato lungo via Cardinale Guglielmo Sanfelice, via Medina, per poi arrivare sotto la Prefettura di Napoli dove poi la manifestazione è scemata. Decine di bandiere e striscioni rivolti in particolar modo contro il governo Draghi: “Soldi, soldi, soldi!”, un coro umano di oltre mille voci che si mescolano a fumogeni rossi per chiedere di porre fine al disastroso stallo in cui è finita l’edilizia, un settore che rischia la paralisi totale.

Sono tante le voci, le storie che si incrociano in piazza. Michele è un operaio che è sceso in piazza in sostegno dei suoi colleghi: “Ci sono cantieri fermi da mesi: io per fortuna sto lavorando, ma oggi ho scelto comunque di essere qui per aiutare chi è in difficoltà”. Luigi lavora per un’impresa edile di Afragola: è lui che guida il corteo, intonando slogan e cori attraverso il suo megafono: “E’ tutto bloccato: il governo trovi una soluzione per le migliaia di lavoratori che stanno rischiando tutto”, dice. Carmine è tra coloro che stringe i denti, ma le risorse e la pazienza sono finite: “E’ da ormai oltre otto mesi che la situazione è al palo per mancanza di liquidità. Siamo allo stremo”, racconta.
La storia di Antonio, operaio della Karma Costruzioni, è invece quella di un giovane padre costretto a rivedere tutti i suoi piani: “Non percepisco lo stipendio da circa tre mesi. Ho un figlio piccolo, io e mia moglie non sappiamo più come tirare avanti”, dice.
In piazza, al fianco degli operai, c’è l’Atc, l’Associazione Tecnici e Costruttori, con il suo presidente Rossano Ricciardi: “Da novembre le piccole imprese dell’associazione non recuperano i soldi che hanno investito nei bonus. Da allora versiamo in un clima di incertezza che non consente agli imprenditori di essere pagati. Ci sono operai che avanzano stipendi, così come migliaia di imprese in tutta Italia. L’edilizia dopo il lockdown era ripartita, doveva essere il settore che trainava la ripresa del Paese, e invece è tutto fermo”, protesta Ricciardi. Al corteo presenti anche i rappresentanti dell’altra faccia del problema: i proprietari, i quali “sono terrorizzati rispetto alla prospettiva di blocco delle attività con cantieri invasivi già avviati e con lo spettro di dover restare indebitati a vita con un fisco ingannevole.
Il Governo e le banche intervengano per salvare imprese, operai e piccoli proprietari”, afferma Luciano Schifone,
presidente di Federproprietà Napoli.

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