NAPOLI – Una cosa è certa: a breve Ponticelli sarà meta di una nuova e imponente retata anticamorra. Non è una previsione, ma una semplice deduzione: il pentimento di Antonio Pipolo (come tutte le collaborazioni con la giustizia) è destinato ad avere i suoi effetti, che si preannunciano devastanti. Pipolo ha deciso di collaborare con la giustizia dopo aver militato per anni nelle file del clan De Micco. Per molto tempo è stato vicino alla famiglia del boss Marco, detto Bodo. Si può dire che lui e i parenti stretti del capoclan siano cresciuti insieme. Si frequentavano ogni giorno, una persona di famiglia, insomma.
La nuova ‘gola profonda’ di Ponticelli ha deciso di collaborare con la giustizia subito dopo essersi macchiata dell’omicidio di un innocente: Antimo Imperatore, operaio tuttofare ferito a morte dai proiettili nella mattinata dello scorso 20 luglio mentre montava una zanzariera nell’abitazione di Carlo Esposito, detto Kallon, ras della mala di Ponticelli, reale obiettivo dell’agguato. Un episodio che ha scosso la comunità e l’opinione pubblica, i cui effetti sono destinati a durare a lungo tra le palazzine dei quartieri di Napoli Est. Un episodio che ha segnato un punto, forse, di non ritorno nella faida che da un paio di settimane ha ‘compiuto’ due anni.
Il clan De Micco potrebbe dunque trovarsi costretto ad affrontare un attacco su un doppio binario: le dichiarazioni di Pipolo potrebbero pesare sulle condanne dei boss, su tutti di Marco De Micco, e gli ulteriori giri di chiave alle celle di ras, boss e affiliati dei Bodo lascerebbero definitivamente spazio allo strapotere dei De Luca Bossa. Questi ultimi sono, allo stato attuale, numericamente più forti. A Ponticelli spiccano le figure di Giuseppe De Luca Bossa e Christian Marfella. Le altre cosche, invece, non hanno elementi di spicco all’esterno degli istituti di pena. Non è un caso se gli ultimi raid siano avvenuti nel feudo dei De Micco: un paio di ‘stese’ e l’episodio inquietante dell’auto con scritte offensive, disegni ingiuriosi e minacce ai Bodo date alle fiamme nella notte in via Carlo Miranda.
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