Napoli. Camorra di Fuorigrotta. La Cassazione ferma il figlio del capoclan

Altra tegola per il clan dopo il recente duplice arresto

NAPOLI – Non solo la Direzione distrettuale antimafia e la Squadra Mobile. La camorra di Fuorigrotta deve fare i conti anche con la Cassazione. Tegola per il clan Troncone di Fuorigrotta. Gli ermellini hanno rigettato il ricorso presentato dal difensore di fiducia di Giuseppe Troncone, confermando la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del figlio del boss Vitale. Troncone, accusato di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi esteri e estorsione, aveva chiesto la sostituzione della misura con quella degli arresti domiciliari, istanza già rigettata dal giudice per le indagini preliminari. Giuseppe Troncone ricorreva, a mezzo del difensore di fiducia, avverso l’ordinanza del Tribunale di Napoli del 19 aprile che, nel rigettare l’appello, ha confermato il provvedimento con cui il gip del Tribunale di Napoli ha rigettato l’istanza di revoca o sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. Il ricorso era affidato a tre motivi, che la Suprema Corte di Cassazione ha smontato uno ad uno, definendoli inammissibili. Il figlio del boss, dunque, resta dietro le sbarre. Il clan Troncone non vive un momento particolarmente felice. Pochi giorni fa la Squadra Mobile della questura di via Medina ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due giovani ritenuti vicini alla cosca. Entrambi sono stati indicati come autori di un raid di piombo avvenuto in piazza San Vitale a Fuorigrotta. L’episodio contestato alla coppia è avvenuto il 24 giugno scorso, quando due persone in scooter hanno esploso almeno un colpo di arma da fuoco contro un altro scooter nella centralissima piazza del quartiere ovest di Napoli, intorno alle 19. Il raid di piombo è avvenuto davanti a numerosi passanti che affollavano la strada in quel momento. Il 27enne arrestato è considerato elemento nuovo sul panorama malavitoso locale, mentre il 18enne è il nipote del capoclan Vitale Troncone.
Gli inquirenti collocano la vicenda all’interno delle tensioni tra i clan dell’area flegrea, specificamente gli scontri tra i Troncone, attualmente con i vertici detenuti, e gli Esposito-Iadonisi, che ricevono supporto da gruppi criminali attivi nella zona di via Campegna. Il contesto include anche il ferimento di una donna all’inizio di aprile, colpita per errore da un proiettile in piazza Italia, e la sparatoria avvenuta il 4 luglio lungo via Leopardi, nei pressi di un supermercato.
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