NAPOLI – Un capotreno donna preso a pugni e calci da due viaggiatori, scesi dal terno e fuggiti alla stazione Cavour della metropolitana. La ventenne è stata soccorsa e medicata all’ospedale San Paolo per un trauma facciale con una prognosi di 15 giorni. La polizia ferroviaria in queste ore sta visionando le immagini delle telecamere nel convoglio per identificare gli aggressori. Gli accertamenti potrebbero essere a un passo dalla svolta.
Intanto il capotreno è stato ascoltato a lungo dagli investigatori, per raccogliere le prime informazioni: aggredita nel convoglio. Gli agenti della Polfer hanno effettuato un sopralluogo nella stazione della metro in piazza Cavour, alla ricerca dei testimoni dell’aggressione. Hanno visionato anche i filmati della videosorveglianza nel terminal: gli aggressori sono scesi dal treno e si sono allontanati a piedi dalla stazione in piazza Cavour. La lente è puntata sui pregiudicati, che abitano nella zona. Gli inquirenti sospettano che abitino proprio nelle stradine a ridosso di piazza Cavour e qui sono orientate le ricerche delle forze dell’ordine.
Non è l’unico episodio. Anzi, negli ultimi mesi è successo di tutto. Il 22 ottobre un capotreno e un macchinista della Circumvesuviana sono stati presi a calci e pugni dai passeggeri, dopo che un guasto li ha costretti a scendere dal mezzo e a camminare lungo i binari. I sindacati sono intervenuti subito chiedendo più sicurezza. L’azienda dei trasporti ha espresso solidarietà al personale aggredito.
Ad agosto alla stazione Campi Flegrei un’altra aggressione ai danni di un macchinista e di una capotreno donna durante il turno di servizio sulla tratta della Linea 2 della metropolitana da Pozzuoli a Gianturco. Secondo le testimonianze, erano stati assaliti da un individuo segnalato più volte. Alle ore 20,15 l’aggressione, che ha provocato un forte stress emotivo e psicologico alle vittime, come hanno raccontato i sindacati poco più tardi. Ma anche un pericolo per la sicurezza del personale e dei passeggeri a bordo, poiché il treno è stato bersaglio di lancio di sassi ad opera dello stesso individuo, palesemente aggressivo.
L’altro ieri il procuratore Nicola Gratteri ha lanciato un appello per il fenomeno delle gang giovanili, che preoccupa le istituzioni e le forze dell’ordine: “Vediamo sempre più giovani morire in città, o a capo di bande. Con più uomini e mezzi e soprattutto telecamere si potrebbe fare meglio. Se si spendono soldi per installare telecamere anche nelle periferie e nelle province”.