Napoli. C’è il rischio epurazioni per i transfughi dei De Luca Bossa

L’allarme degli inquirenti: il gruppo che ha provocato la scissione potrebbe entrare nel mirino dei reduci del maxi blitz al Lotto 0. L’operazione ha reso le cosche più deboli e vulnerabili

NAPOLI – Cambiano gli equilibri tra clan nel quartiere Ponticelli. Gli investigatori hanno elevato il livello di allerta: con l’arresto di Ciro Ivan D’Apice potrebbe cominciare una sorta di epurazione interna ai De Luca Bossa-Minichini. Secondo gli inquirenti, D’Apice oggi fa parte del gruppo De Micco.

Lo ha raccontato il cugino Antonio Pipolo, oggi collaboratore di giustizia: il 26enne insieme a Pipolo e ai De Martino è traghettato dai De Luca Bossa ai ‘Bodo’, perché i capi non avrebbero passato le ‘mesate’ agli affiliati (gli incassi delle piazze di droga). Il passaggio avvenne nel marzo 2021. “Io, mio cugino Ivan D’Apice e altri decidemmo di fare una scissione dai De Luca Bossa-Minichini-Casella. Solo con quelli del parco Conocal non avevamo rancori”. In quel periodo ci furono frequenti incontri con i vertici dei De Micco.

Secondo le ultime informative delle forze dell’ordine, il pericolo di una faida a Ponticelli non è cessato. Anzi. Ora i reduci dei De Luca Bossa potrebbero vendicare l’affronto e lanciare ritorsioni nei confronti di quel gruppo traghettato nei Bodo (non arrestati e tuttora liberi). Dopo il fermo di D’Apice, la ‘paranza’ è più debole e vulnerabile. Almeno questa è la sintesi degli investigatori, che esaminano ogni scenario possibile. D’Apice era sfuggito al blitz con 66 arresti il 28 novembre. E l’altro ieri è stato fermato ad Alessandria. Il 26enne è stato rintracciato nella città piemontese, dove abita la sorella. I ‘segugi’ della squadra mobile gli davano la caccia da tre settimane.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome