Napoli. Consiglio, si cambia: Palmieri prenderà il posto di Grimaldi

Divieto di dimora a Napoli per l’esponente dei Moderati che rischiava i domiciliari. Il giudice delle indagini preliminari: gli va impedito di recarsi negli uffici comunali

NAPOLI – La geografia del consiglio comunale sta per cambiare in seguito all’inchiesta per corruzione condotta dalla procura di Napoli Nord e che ieri ha portato al divieto di dimora nel capoluogo per il consigliere comunale di Napoli Luigi Grimaldi, eletto nel 2021 nella lista Moderati a sostegno del sindaco Gaetano Manfredi e ora iscritto nel gruppo misto. Fino a ieri pomeriggio non erano state inviate comunicazioni all’ente locale: “Aspettiamo una nota del prefetto” dice il presidente del consiglio comunale Enza Amato. Ma non appena l’amministrazione cittadina sarà informata ufficialmente, la Amato dovrà convocare la seduta per la surroga di Grimaldi, al quale subentrerà il primo dei non eletti nei Moderati Domenico Palmieri, già in Consiglio nell’amministrazione De Magistris. Da vedere se in seguito il tribunale del Riesame revocherà la misura: in questo caso Grimaldi tornerebbe al suo posto.

L’ordinanza del tribunale parla chiaro: secondo il giudice per le indagini preliminari, Grimaldi ha mostrato “totale disinteresse per la delicatezza della propria funzione pubblica”, mostrando una “personalità negativa”, per cui c’è il “concreto e attuale rischio di reiterazioni del reato”. L’accusa non ha a che fare con il Comune di Napoli: 3 anni fa Grimaldi, da amministratore di Giugliano, avrebbe ricevuto 60mila euro in contanti e un orologio di lusso Paul Picot del valore di 6mila euro, tramite un intermediario, per orientare un appalto della nettezza urbana a Giugliano. Il gip Vincenzo Saladino non ha disposto gli arresti domiciliari chiesti dal pm, ma ritiene proporzionato il divieto di dimora nel Comune di Napoli, per impedirgli di “recarsi presso gli uffici comunali dove espleta il delicato ruolo di consigliere comunale”. Non può invece essere applicato il divieto di esercitare un pubblico ufficio, perché, in base al Codice di procedura penale, questa misura non si applica “agli uffici elettivi ricoperti per diretta investitura popolare”, come appunto quello di consigliere comunale.

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