NAPOLI – Antonio Conte cambia la filosofia di mercato di Aurelio De Laurentiis. Dopo l’avvento del tecnico salentino, il presidente del Napoli si scopre ‘spendaccione’. Quasi 200 milioni per dare a Conte una squadra competitiva come vuole lui. Il bilancio delle operazione in entrata del mercato estivo azzurro è clamoroso: i partenopei hanno speso circa 184 milioni per Lukaku, McTominay, Buongiorno, Gilmour e Neres tutti acquisti a titolo definitivo, cui si aggiunge Spinazzola, che era svincolato. ADL non ha badato a spese dimostrando con i fatti la svolta epocale: dopo il grande flop della stagione scorsa, quando il patron aveva voluto fare anche il direttore sportivo con risultati disastrosi, ha consegnato le ‘chiavi’ del progetto a Conte. Che è, appunto, un allenatore manager, abituato a gestire il mercato. Una scelta rischiosa, quella di De Laurentiis, è che ha incontrato anche qualche resistenza interna al club, prima fra tutte quella dell’amministratore delegato Andrea Chiavelli, che aveva sconsigliato l’ingaggio dell’ex ct della Nazionale. Ma Aurelio, punto nell’orgoglio dal disastroso finale di stagione, ha voluto fare di testa sua. E ha aperto i cordoni della borsa. Una scelta ancora più clamorosa alla luce della mancata cessione di Victor Osimhen, che ha una clausola rescissoria da 130 milioni, ma anche dei pochi soldi incassati dalla cessioni e giocatori persi a zero come Zielinski e Demme. Una scelta di rottura nell’anno in cui persino nell’Arabia Saudita dei petroldollari rallentano gli investimenti. Ma tant’è. A chiusura del mercato il saldo del Napoli è di -138 milioni. Un rosso in controtendenza rispetto al calciomercato in Europa. Solo il Brighton (-183 milioni ha chiuso con un passivo superiore la sessione, mentre seguono i partenopei Ipswich Town (-125), Manchester United (-112) e Lione (-105). Dopo le follie economiche degli anni scorsi, il Manchester City sceglie clamorosamente di risparmiare. La cessione di Alvarez all’Atletico Madrid ha portato 80 milioni nelle casse dei campioni d’Inghilterra in carica, che chiudono il bilancio in attivo di ben 140 milioni. Il club di Guardiola guida la classifica dei risparmiatori davanti al Leeds United (+133 milioni il saldo), il Genk (+76), il Palmeiras (+67) e il Benfica (+65).
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