Napoli. DeMa, la triste fine della ‘rivoluzione’

L’ex pm penultimo nella classifica del gradimento dei cittadini: un crollo verticale

NAPOLI – Tonfo di Luigi De Magistris : nella classifica che misura il gradimento e il successo dei sindaci d’Italia, il primo cittadino di Napoli risulta penultimo con il 35% di apprezzamento. Dato molto basso che emerge dalla nuova edizione dell’annuale indagine ‘Governance Poll’ realizzata da Noto sondaggi per il Sole24ore. Una caduta precipitosa che conferma come, agli sgoccioli del suo secondo e ultimo mandato, l’ex pm non sia più un leader amato, anzi. Una disfatta che Carmine Sgambati, ex fedelissimo di De Magistris, commenta così: “Quando abbiamo cominciato l’avventura politica insieme, Luigi era all’apice del consenso, uno dei più apprezzati sindaci d’Italia. Man mano, però, incomprensioni, cambi di assessori e di direzione e una politica sbagliata hanno contribuito a far precipitare il giudizio su lui”. Secondo Sgambati, alla base di questo lento ma inesorabile declino ci sarebbe il fatto che il sindaco “è stato accompagnato in malo modo da persone che ha voluto mettersi accanto nell’ultima ora. Lo dico con affetto: Luigi è una bravissima persona, lo reputo un amico nonostante i trascorsi, ma credo che il cambio di passo in negativo sia avvenuto quando ha allontanato personaggi cardine della sua amministrazione, come Alessandro Nardi o Attilio Auricchio. Quando c’erano loro non è mai successo che non si raggiungesse il numero legale in un consiglio comunale: ora siamo arrivati alla frutta.

Il sindaco adesso è impegnato in altre faccende e si vede: al suo posto non c’è nessuno che riesca a fare la politica che invece si faceva prima”, conclude Sgambati. Il riferimento all’ultimo consiglio comunale (fallito per mancanza di numero legale, così come quello precedente) è inevitabile: un flop doloroso per il sindaco, che non riesce nemmeno più a garantire che la sua maggioranza, o quel che ne resta, sia presente in aula. Tanto che si torna, seppur stancamente, ad invocare le sue dimissioni: “Due sono le cose che De Magistris dovrebbe fare: o dimettersi o riunire quel che resta della sua maggioranza per portare almeno avanti le delibere. Basterebbe garantire l’ordinaria amministrazione, e invece nemmeno quello”, afferma Nino Simeone. Si unisce al suo appello Salvatore Guangi, vicepresidente dell’ultimo tentativo di consiglio: “Credo che non ci siano più i presupposti per andare avanti, il sindaco dovrebbe iniziare a ragionare di dimettersi. Siamo ai titoli di coda. Forse sarebbe stato meglio sciogliere il consiglio lo scorso 12 dicembre in occasione dell’approvazione del bilancio. Da quel giorno siamo piombati in un totale immobilismo”, conclude Guangi. Un altro grande deluso dalla disfatta di De Magistris è Gabriele Mundo (a destra), che si trova d’accordo con Sgambati: “Quando abbiamo iniziato c’erano persone valide intorno a lui come Nardi e Auricchio. Adesso sono andati tutti via”, afferma il consigliere di Italia Viva. Secondo il quale uno degli errori che Napoli non ha perdonato al sindaco è stato quello di cominciare la campagna elettorale troppo in anticipo: “Ha lanciato la Clemente troppo presto e lui poi è scappato in Calabria. Un binomio che lo ha indebolito”, continua Mundo, il quale si lascia andare a una battuta che si rifà a una famosa frase di De Magistris: “Luigi disse: “Dobbiamo prendere le cesoie e tagliare i recinti per rendere la città più inclusiva”. Il problema è che, anziché entrare gli altri, da quei recinti sono usciti tutti”. E se il sindaco di Napoli è al penultimo posto della classifica che misura il gradimento verso i sindaci, il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, si piazza invece al terzo posto della classifica dei governatori. Altra beffa.

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