Napoli. Droga comprata con le postepay a Pompei e Torre Annunziata: 2 arresti

POMPEI – Ieri mattina gli agenti della Squadra Mobile di Napoli guidati dal capo Giovanni Leuci e dal vice questore Giuseppe Fusco e del commissariato di Pompei hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di 20 indagati gravemente indiziati dei reati di detenzione e cessione illecite di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere, frode informatica e riciclaggio. Per Carlo Carotenuto di Boscoreale e Ferdinando Renato di Pompei è stata disposta la custodia cautelare in carcere, ad altri cinque indagati è stato applicato l’obbligo di dimora nel comune di residenza e per un altro indagato è stato disposto il divieto di dimora nella provincia di Napoli. Tutte le misure cautelari personali sono state seguite, tranne una relativa all’obbligo di dimora nei confronti di un indagato che attualmente si trova all’estero. Inoltre, nei confronti di 19 indagati è stato disposto il sequestro preventivo di beni mobili, mobili registrati, immobili e conti correnti per un importo totale di 553.633 euro. Le indagini sono state avviate a maggio 2020, a seguito di un intervento effettuato dalla Polizia a seguito della segnalazione dell’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco a Pompei. Dalle indagini, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, è emerso che l’azione armata era riconducibile a una disputa sulla gestione di una piazza di spaccio di sostanze stupefacenti. È stata così ricostruita un’attività di spaccio di droga posta in essere da alcuni degli indagati a Pompei e nei comuni limitrofi. Si è appurato come diversi clienti avessero una sorta di conto con il loro spacciatore, dal quale scalare periodicamente il debito dagli stessi contratto per l’acquisto della droga. Dalle indagini è emersa inoltre l’esistenza di un’articolata associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro, profitto di truffe informatiche, promossa e organizzata dagli indagati, insieme ad altri soggetti, con sede a Pompei. Le conversazioni monitorate hanno evidenziato in particolare come alcuni degli indagati coinvolti nell’attività di spaccio di droga si dedicassero con sistematicità al reclutamento dei cosiddetti “spicciatori”, ovvero soggetti ai quali fare attivare carte Postepay Evolution sulle quali confluivano ingenti somme di denaro provenienti da carte prepagate di molteplici istituti bancari italiani e stranieri. Il denaro, sotto la supervisione costante degli indagati che spesso accompagnavano personalmente gli spicciatori all’atto dell’incasso, venivano ritirate dai soggetti intestatari delle carte Postepay nelle ore immediatamente successive al loro accredito con il fine di ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa. Il flusso di denaro originava da un numero rilevantissimo di frodi informatiche perpetrate sull’intero territorio nazionale, il cui illecito profitto, dopo un giroconto, funzionale al “riciclo”, su carte prepagate “di primo livello” accese presso istituti bancari italiani e stranieri, confluiva sulle postepay. Il denaro, ritirato presso gli sportelli automatici e presso gli uffici postali, veniva consegnato dagli “spicciatori” ai “reclutatori”, ai quali veniva corrisposto un compenso di circa 50 euro ogni mille euro ritirati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome