Napoli. Droga e armi, i Giannelli rialzano la testa a Bagnoli

Domenico Pugliese

NAPOLI – In casa un arsenale e droga. Per questo motivo Domenico Pugliese, 54enne, è stato arrestato dagli agenti di polizia al termine di un controllo all’interno della cantina della sua abitazione a Bagnoli. Secondo le accuse, durante l’ispezione, i poliziotti avrebbero rinvenuto e sequestrato una pistola mitragliatrice “Browning” calibro 7,65 con matricola abrasa, una “Beretta” calibro 9×12, anche questa con matricola abrasa, 14 cartucce di vario calibro e due giubbotti antiproiettile. Sulle armi verranno effettuate verifiche per scoprire se siano state utilizzate in fatti criminosi commessi in passato. Durante i controlli nei locali in uso all’indagato, gli agenti di polizia avrebbero scoperto anche la presenza di ben 8 panetti di hashish del peso complessivo di circa un chilo e materiale per il confezionamento delle sostanze stupefacenti. Le armi e la droga rinvenute in una zona sotto il controllo dei Giannelli – organizzazione criminale in contrapposizione con gli Esposito, cosca messa spalle al muro dagli arresti effettuati dai tutori della legge negli ultimi mesi, che sono riusciti a catturare anche il boss Massimiliano Esposito dopo alcune settimane in cui risultava irreperibile – sono state poste sotto sequestro. Domenico Pugliese, invece, è stato arrestato. Dovrà rispondere di possesso di droga ai fini di spaccio e di detenzione illegale di armi da fuoco. Secondo quanto risulta gli investigatori, pare che in passato il 54enne abbia avuto contatti con il clan Giannelli. Pare che la cosca, approfittando anche delle difficoltà degli Esposito, messi in ginocchio dal pressing dello Stato, abbia rialzato la testa nonostante il boss Alessandro Giannelli, detto “Schwarz”, sia in carcere già da diversi anni, dove è stato colpito anche da un’altra ordinanza di custodia cautelare dopo che era stato scoperto che impartisse ordini anche dall’istituto penitenziario dove era stato recluso. Con gli Esposito fuori gioco, i Giannelli potrebbero rientrare a Bagnoli e a Cavalleggeri, dove erano stati cacciati dai rivali quando il gruppo guidato dallo “scognato” aveva raggiunto una posizione tale da dettare legge nella periferia Ovest del capoluogo partenopeo.

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