Napoli. Due persone sequestrate e picchiate dai clan

Altro episodio tra i Decumani e il rione Sanità. Ancora strategia del terrore

NAPOLI – I clan mostrano i muscoli. Altre due persone sequestrate: al rione Case Nuove e nei vicoli tra i Decumani e la Sanità. Stavolta non a scopo estorsivo, ma contro i rivali e per mettere in riga gli affiliati. Chi non restituisce un prestito, chi non versa le ‘quote’, o chi commette uno sgarro. Le vittime abbandonate malconce davanti all’ospedale Fatebenefratelli.
Dopo essere state malmenate e torturate per ore. Gli investigatori pensavano di trovarle morte. È la nuova strategia del terrore delle cosche nel centro storico.

Gli inquirenti cercano informazioni e seguono un doppio binario: uno porta ai Mazzarella e l’altro ai Contini. Per un motivo: sono i referenti in queste zone e solo loro sono capaci di spostare un apparato semi militare. Torniamo al primo sequestro: qui gli agenti sono riusciti a raccogliere informazioni in via confidenziale. Vediamo cosa è successo.
Un uomo di Pozzuoli ha truffato un algerino, che abita alle Case Nuove. Con un raggiro sui cellulari, gli ha spillato settemila euro. Ma l’algerino si è rivolto al ‘sistema’ delle Case Nuove, che ha pianificato un sequestro lampo. Ha bloccato il puteolano e lo ha condotto in un appartamento di appoggio sempre nei vicoli alle spalle del corso Arnaldo Lucci.

Qui quattro uomini lo hanno picchiato per ore e torturato: gli hanno spento le sigarette addosso. Poi hanno telefonato al cugino: “Devi portare qui i settemila euro, che ha truffato all’algerino. Altrimenti lo ammazziamo”. Un riscatto in piena regola.
A quel punto è partita l’indagine fulminea della squadra mobile, in campo i migliori apparati investigativi per rintracciare il sequestrato: non c’era un secondo da perdere. Il rischio era di trovarlo morto.

Poche ore più tardi i poliziotti hanno sfondato l’ingresso e fatto irruzione nell’appartamento alle Case Nuove, ma hanno dovuto aprire tutte le porte e i mobili. Fino a trovarlo legato e imbavagliato in un armadio. Ancora sotto sequestro. Stavolta gli agenti della questura sono stati più veloci dei rapitori. Il puteolano è stato soccorso e accompagnato in ospedale. I medici spiegano che ha contusioni, volto tumefatto e segni di ustioni sulla pelle per le sigarette spente dai sequestratori.

In pratica l’algerino truffato si sarebbe rivolto ai clan delle Case Nuove, per riavere i soldi della truffa dei cellulari. E il ‘sistema’ avrebbe attirato il puteolano in un appuntamento-trappola, per sequestrarlo e tenerlo prigioniero nell’abitazione-bunker.

La Procura ha esaminato la ‘mappa’: alle Case Nuove ci sono i Caldarelli, i Mazzarella e i Contini. Ma oggi le vecchie cosche quasi non esistono più, disarticolate dalle inchieste e da decine di arresti eccellenti, come quelli di Ciro Mazzarella, Salvatore Barile ed Eduardo Contini (va detto, tutti estranei alla vicenda del sequestro). Adesso ci sono piccole paranze, che cercano di farsi spazio. E i riflettori della Procura sono puntati su un sottogruppo dei Mazzarella di stanza alle Case Nuove. Secondo le informazioni raccolte dagli investigatori, dietro al sequestro ci sarebbe una piccola fazione locale autonoma, che gode del sostegno dei vecchi Mazzarella del centro storico. Questa paranza avrebbe architettato il sequestro lampo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome