NAPOLI – Doppia ‘stesa’ in un’ora nel quartiere Pianura. Alle 17 e 50 spari al ‘Grattacielo’ nel rione Cannavino (contro esponenti degli Esposito-Marsicano). E sessanta minuti più tardi colpi di pistola su un palazzo in via Evangelista Torricelli, vicino all’abitazione del ras Antonio Carillo. Gli investigatori scattano in piedi e sospettano un botta e risposta. Almeno stando alla sequenza temporale da brivido.
Per l’intera serata di ieri gli agenti setacciano gli ospedali: chiedono nei pronto soccorso se siano arrivate persone con ferite da arma da fuoco. Nessuna. Tre ore più tardi cominciano a pensare che si sia trattato di avvertimenti, incursioni armate nel territorio dei rivali. Restano i dubbi sul raid al Grattaciello. Qui testimoni raccontano una storia diversa: il commando in moto avrebbe sparato su affiliati degli Esposito-Marsicano. Un pessimo segnale. Significa che la situazione è sfuggita di mano. E lo scenario sarebbe approdato allo step successivo, quello più pericoloso: non più intimidazioni, ma agguati e pallottole ad alzo zero. Sarebbe successo questo nel tardo pomeriggio di ieri al rione Cannavino.
Ma gli agenti per ora hanno pochi elementi per ricostruire i fatti. E raccolgono informazioni in via confidenziale. Di certo qui la tensione è alle stelle. E la questura ha disposto passaggi frequenti delle Volanti durante la notte. C’è una contrapposizione storica tra i due gruppi, guidati (stando alle informative della Procura) da Antonio Carillo e Antonio Calone, con tutte le paranze satellite. E non è poco. Perché a Pianura i due schieramenti fanno il buono e il cattivo tempo, in una alternanza ciclica. Basta poco per far cambiare il vento: una scarcerazione di peso, o una retata delle forze delle forze dell’ordine. Ma torniamo alla faida.
C’è anche un altro aspetto al vaglio degli inquirenti. Proprio qui qualche giorni fa c’è stata una ‘stesa’ al corso Duca d’Aosta: proprio davanti al rione Cannavino. Non lontano dagli spari di ieri. Era il primo segnale? Una situazione che stava per detonare? Lo sospettano le forze dell’ordine, alla luce della doppia sparatoria.
La Procura batte più piste investigativa, ma ha il forte sospetto che i raid armati negli ultimi giorni nei diversi quartieri siano collegati. La sequenza temporale indica che l’ipotesi è concreta. Certo resta una possibile pista. Ma gli agenti e gli inquirenti ci credono. E in questo caso si sarebbe infuocata di colpo una buona parte della città. Pianura resta l’epicentro dello scontro, insieme a Soccavo e Fuorigrotta. E i riflettori della magistratura sono puntati anche sul centro storico. Per un semplice motivo. Gli ultimi episodi di cronaca potrebbero avere una regia eccellente, quella del clan Mazzarella, che sarebbe riuscito a fare da collante. Gli scenari sono in continua evoluzione. Anche perché sul fronte opposto c’è da sempre il maxi cartello dell’Alleanza di Secondigliano. Sarebbe uno scontro dirompente. Un investigatore lo ha paragonato a un eventuale conflitto bellico tra Usa e Russia. Insomma due maxi cartelli criminali, che da sempre si contendono gli affari illeciti a Napoli. Di più. I Mazzarella potrebbero aver giocato un ruolo anche nell’intesa con le cosche dell’area nord della città. E’ un’altra ipotesi della Procura, nemmeno tanto lontana dalla realtà. Già in passato si sono scoperti summit di boss di Miano, Scampia e Secondigliano con personaggi di primo ordine di Pianura e Soccavo.
Insomma l’Alleanza di Secondigliano non è più, egemone come un tempo. E i Mazzarella potrebbero approfittarne
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