Napoli. Faida tra Cavalleggeri e Bagnoli. Colpo a tre clan, arrestati in sette

Presi capi e gregari delle cosche dei Giannelli e degli Esposito e uomini dell’Alleanza di Secondigliano

NAPOLI – Ieri mattina, a Cavalleggeri gli uomini della Squadra Mobile guidati dal capo Alfredo Fabbrocini e dal vice dirigente Andrea Olivadese, i poliziotti dei commissariati Bagnoli e San Paolo e gli agenti del nucleo investigativo della la Polizia Penitenziaria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip. del Tribunale di Napoli su richiesta Dda, nei confronti di 7 indagati, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi da fuoco, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, danneggiamento, incendio e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. C’è anche un ottavo destinatario di misura cautelare in carcere, ma al momento risulta irreperibile.
Le indagini, avviate nel marzo 2022, supportate da attività tecniche, sono state intraprese per monitorare Alessandro Giannelli, boss del clan omonimo operante a Cavalleggeri.
L’attività di indagine ha permesso di documentare che il capoclan, detenuto nel carcere di Voghera (in provincia di Pavia), avrebbe utilizzato regolarmente telefoni cellulari per comunicare con l’esterno, fornendo direttive ai suoi collaboratori per la gestione delle attività illecite sul territorio.


Tra le persone contattate si segnalano anche esponenti di gruppi criminali egemoni nelle aree limitrofe con cui sono stati registrati rapporti di collaborazione nella primavera del 2022.
Gli equilibri tra le organizzazioni, sono però mutati in estate, nonostante vari tentativi di mediazione anche ad opera di esponenti dell’Alleanza di Secondigliano, a causa di conflittualità emerse, soprattutto con la cosca degli Esposito in relazione alla gestione dello spaccio di droga e al controllo del territorio.
Gli investigatori hanno scoperto registrato pertanto come il clan diretto da Alessandro Giannelli fosse entrato in conflitto con il gruppo di Massilimiano Esposito, dando vita alla faida di Bagnoli. Tra gli arrestati anche Christian Esposito, figlio dello ‘scognato’.

“Schwarz” comandava gli assalti via telefono dal carcere di Voghera

NAPOLI (aa) – Dalle intercettazioni telefoniche gli uomini della Squadra Mobile, i poliziotti dei Commissariati San Paolo e Bagnoli e gli uomini del nucleo investigativo della Penitenziaria hanno scoperto come nell’aprile del 2022 si sia spezzato l’asse tra i Giannelli e gli Esposito. Captando le telefonate, le videochiamate e i messaggi sulla chat di WhatsApp inoltrati da Alessandro Giannelli, gli investigatori hanno scoperto come “Schwarz” riuscisse a mettersi in contatto con gli affiliati al clan, nonostante fosse rinchiuso in una cella del carcere di Voghera, per coordinare gli assalti da portare avanti durante la faida con la cosca degli Esposito, con cui esisteva un patto sino a qualche settimana prima. Tra le azioni sintomatiche della conflittualità tra i gruppi di Cavalleggeri e Bagnoli si segnala l’aggressione del 24 settembre 2022 all’indirizzo di Marco Assalto, che sarebbe stata consumata da parte di esponenti di un clan avverso. Destinatario della misura cautelare in carcere, Assalto era ritenuto il responsabile della distribuzione di droga in questa piazza Cesare Fera.
In seguito a tale aggressione è stata registrata una crescente conflittualità armata nella zona flegrea.
Tra i tanti agguati, si evidenziano l’azione di fuoco avvenuta il 29 settembre 2022 nel quartiere Pianura, in via Josemaria Escrivà, contro un’autovettura riconducibile agli oppositori, nonché la stesa compiuta il 19 ottobre 2022 in via di Niso contro l’abitazione di una persona legata ad un sodalizio rivale.
Inoltre, sempre dal carcere di Voghera, Alessandro Giannelli riusciva a mettersi in contatto con l’ex fidanzato della figlia, per ordinargli di lasciare Cavalleggeri dopo l’interruzione della relazione tra i due giovani. Pare che uomini del clan abbiano fatto irruzione nell’abitazione della vittima, che ha denunciato tutto alle forze dell’ordine.

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