NAPOLI – “Siamo nel 2024 e si continua a sparare a Napoli”. Accade nel quartiere Mercato, ma anche a Ponticelli. “Lo vediamo tutti i giorni. Servono interventi forti del governo – dice al telefono Carmela Sermino, vedova di Giuseppe Veropalumbo, ucciso nella notte del 31 dicembre 2007 da un colpo di pistola entrato dal balcone – ancora una vittima innocente colpita per errore. Servono interventi forti e precisi che partano dal governo. Investire sul sociale”. Non solo. “Piazza Mercato è una polveriera. Lo sappiamo tutti. Lo dicono i fatti di cronaca. Qui ci sono decine di ragazzi in scooter senza casco che continuano a girare nella piazza e a volte sparano. Decine di denunce, ma nessuno fa nulla. Oggi ci poteva scappare il morto. Troppo tardi mettere i cancelli di ferro, dopo fatti così gravi. Non ci deve scappare il morto innocente, come mio marito. I politici portano il drappo bianco dopo le tragedie, ma è troppo tardi. Questo fatto mi colpisce ancora di più nell’anima, vedere ancora queste situazioni, che si ripetono a distanza di anni”.Cosa fare? “Ci sono tanti parlamentari campani, cosa vogliono fare? Non pensano di intervenire? Il governo deve fare scelte forti e incentivare le politiche sociali, aiutare le associazioni che rilanciano il territorio e sostengono i ragazzi difficili. Serve più lavoro. Perché l’occupazione è fondamentale. Ho sempre fatto un lavoro dal basso. Come associazione facciamo tanto e come altre associazioni, abbiamo bisogno di sostegno. Gli insegnanti fanno un lavoro molto importante. Ma l’educazione viene data ai ragazzi da scuola, famiglia e forze dell’ordine. Se manca uno di questi elementi, perdiamo questi giovani”. Quindi conclude: “Incentivare il welfare e le politiche sociali”. E dopo una lunga pausa: “Questa cosa mi fa rabbia. Dopo il morto vogliamo stendere tappeti rossi e corone di fiori. Ma non è meglio pensarci prima? Soprattutto in queste zone difficili, dove è morto mio marito a Torre Annunziata, o in piazza Mercato? Questi ragazzi con le moto vanno recuperati. La gente lì ha paura. E tutto questo colpisce anche il tessuto commerciale, i negozianti così fanno fatica”.
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