Napoli. Gennaro Ramondino come Andrea Covelli: Pianura nel terrore, la camorra non ha pietà

NAPOLI – Una volta quando qualcuno nominava il quartiere di Pianura, venivano in mente i nomi di Gigi (Sequino) e Paolo (Castaldi), i due ragazzi uccisi per errore il 10 agosto del 2000. Il giorno dopo sarebbero dovuti partire per le vacanze estive, ma i killer della camorra incapparono in un atroce scambio di persona. Adesso quando qualcuno parla di Pianura, è possibile che faccia riferimento ai nomi di Andrea Covelli e Gennaro Ramondino, due delle ultime vittime della camorra nella periferia Ovest di Napoli. Ventisette anni il primo, solo 20 l’altro. Entrambi sono stati trovati morti nelle campagne tra Pianura e i Camaldoli. Andrea Covelli era estraneo alla camorra. Non si può dire lo stesso del fratello Antonio, che venne arrestato perché arruolato nella piazza di spaccio dei Carillo-Perfetto. Venne rapito due anni fa all’esterno di una cornetteria di Soccavo. Il suo corpo senza vita venne trovato in campagna. Presentava fori di proiettile, come la salma di Gennaro Ramondino, figlio di Salvatore, elemento di spicco dei Santagata. Al 20enne con piccoli precedenti penali, che sfuggì a un agguato a colpi di arma da fuoco a Varcaturo due anni fa, è andata peggio, visto che i killer hanno provato a bruciare il cadavere. Non c’è che dire, a Pianura i camorristi preferiscono la strategia del terrore.

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