NAPOLI – Irreperibile da novembre. Ieri mattina lo hanno arrestato gli agenti della squadra mobile.
Tobia Esposito è stato bloccato e accompagnato in questura. Qui gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, che attende la sua firma da sette mesi.
Accusato di aver violato l’articolo 74: associazione a delinquere, finalizzata al traffico di stupefacenti, con l’aggravante mafiosa (per aver agevolato il clan Silenzio).
Stando alla ricostruzione della Procura, il 42enne avrebbe acquistato sistematicamente droga, mentre era agli arresti domiciliari a Caiazzo, in provincia di Caserta. In che modo? Avrebbe affidato a un parente l’incarico per trattare sull’acquisto degli stupefacenti direttamente con i Silenzio. Insomma non avrebbe violato la misura dei domiciliari.
Tutto scritto nero su bianco nell’ordinanza di custodia cautelare emessa a fine novembre. E’ difeso dall’avvocato Mauro Zollo.
A bloccare ieri mattina Tobia Esposito sono stati gli specialisti della terza sezione della squadra mobile (la Omicidi). Gli hanno notificato il provvedimento cautelare e lo hanno condotto negli uffici in via Medina, per le formalità di rito. E ancora più tardi lo hanno accompagnato al carcere di Secondigliano, a disposizione della magistratura.
Il nome di Tobia Esposito compare nell’elenco dei destinatari di una vecchia ordinanza cautelare, che secondo gli inquirenti ha smantellato le fondamenta del clan Silenzio.
Un tempo era considerato dagli investigatori vicino ai Mazzarella, ritenuto una sorta di referente. Più di recente si sono perse le tracce ed è uscito fuori dai radar di Procura e forze dell’ordine. Nel mirino degli inquirenti è finito il gruppo dei Silenzio, che ha avuto una sorta di diaspora e una lunga faida contro i Formicola, spalleggiati dai Mazzarella. Sono stati mesi bui per Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli. Tanto che da quel momento le forze dell’ordine e la Procura hanno intensificato gli sforzi e i controlli sul territorio. Fino ad arrivare a una serie di misure cautelari, tutte in poco tempo. L’obiettivo era dare una spallata ai gruppi in rotta di collisione. E forze qualcosa è cambiato nell’ultimo periodo. ma qui la mappa geocriminale è sempre molto frammentata e gli equilibri sono precari. Tutto può cambiare da un momento all’altro. Lo sanno bene gli inquirenti e gli investigatori. I vecchi rancori sono stati messi sotto al tappeto, per evitare i riflettori della magistratura. Ma non sono sopiti. Anzi. Qui non c’è pace. Non c’è mai stata. Le cosche se le sono date di santa ragione. Basta ricordare gli scenari di guerra tra i Mazzarella e i Rinaldi. Insomma la tregua qui è lontana.