NAPOLI (Tommaso Barra) – Era stata la grande pecca dei primi due anni targati Maurizio Sarri. I calci piazzati. Mai, come in questa stagione, il Napoli ha iniziato a sfruttare al massimo le situazioni derivanti da palla ferma. I gol che hanno consentito agli azzurri di vincere le gare contro Genoa e Chievo – gli ultimi due successi che i partenopei hanno conquistato in campionato – sono arrivati su due azioni d’angolo. Contro il Grifone è stato Albiol a trovare lo stacco vincente sul primo palo, sfruttando al meglio l’assist di Callejon. Un’azione in fotocopia rispetto a quanto accaduto nel primo tempo della stessa partita, quando la ‘capocciata’ di Insigne si stampò sul palo per poi schizzare fuori area. Domenica, al San Paolo, la rete scaccia-fantasmi di Diawara arriva da un calcio d’angolo battuto sul lato opposto del campo: cross di Callejon, spizzata di Milik e destro a giro del centrocampista che fa esplodere i tifosi presenti nell’impianto di Fuorigrotta. Tiri dalla bandierina che sarebbero potuti risultare decisivi anche nel pareggio di Reggio Emilia con il Sassuolo. In quel caso, al 90’, la rovesciata del centravanti polacco si fermò alla parte superiore della traversa a Consigli ormai ampiamente battuto. L’elemento comune sta nel fatto che i calci piazzati stanno diventando un fattore nelle soluzioni offensive del Napoli. Un’evidenza non di poco conto, perché – come si è visto – consente agli azzurri di risolvere situazioni piuttosto intricate. E se prima c’era una e una sola strada per arrivare a gonfiare la rete, oggi le frecce nell’arco dei ragazzi di Sarri sono aumentate. Fondamentale, nel momento in cui la squadra non appare brillante non solo dal punto di vista psico-fisico, ma anche sotto l’aspetto tattico.