Napoli, il pentito Alfonso Mazzarella è libero

Le sue dichiarazioni hanno svelato i retroscena della faida con i Rinaldi-Reale

Foto Valeria Ferraro /LaPresse cronaca 14-11-2020 Napoli Coronavirus Napoli, Attività quotidiane della Croce Rossa Italiana Photo Valeria Ferraro /LaPresse news November 14, 2020 Naples ItalyEntrance view of the headquarter in San Giovanni a Teduccio. Volunteers of the Italian Red Cross (CRI) in Naples carry on daily assistance to those in needs. An info-point had been established at the headquarter in San Giovanni a Teduccio for those who needs food, items for children and psychological assistance. A medical center had been set up in Piazza del Carmine. A volunteer team with a nurse, a doctor, a pharmacist, an assistant and members of the military corp provide assistance to those in need of medical care.

NAPOLI – ‘Polveriera’ San Giovanni a Teduccio. Scarcerato Alfonso Mazzarella (nella foto a destra), classe 1982, ex ras e oggi collaboratore di giustizia. E’ tornato nella sua abitazione al rione Villa. Massima allerta della polizia e dei carabinieri, che hanno avviato dei controlli mirati nelle palazzine. Il 39enne è il nipote dei fondatori del clan, Vincenzo, Gennaro e Ciro. Per gli inquirenti, un tempo era inserito nei quadri della cosca. Lo ha raccontato lui stesso ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Tanto che il 5 maggio del 2015 gli tesero un agguato. Erano i tempi bui della sanguinosa faida con i Rinaldi-Reale. E San Giovanni era un campo di battaglia. Anni più tardi Alfonso Mazzarella mette tutto nero su bianco, era il 18 gennaio 2015: “Nei pochi mesi in cui sono tornato in libertà ho subito due attentati – spiega agli inquirenti – uno sotto al mio palazzo a opera del clan Rinaldi, che una settimana prima aveva tentato di ammazzare un altro affiliato storico ai Mazzarella; il secondo attentato l’ho subito, sempre a San Giovanni e sempre sotto al mio palazzo”. Ma i Mazzarella non restarono a guardare e pianificarono la rappresaglia. Ci furono appostamenti sui balconi con fucili di precisione, pedinamenti e tanto altro. La guerra è stata lunga nella ‘46’ al rione Villa.

Alfonso Mazzarella ha vissuto quegli anni al centro di una tra le dinastie criminali più potenti a Napoli. E ha svelato dal 2016 ad oggi anche gli affari di famiglia nel centro cittadino. “Ho cominciato la malavita nel 1995, e mi sono sempre contrapposto al clan Rinaldi”. Inizia così il racconto del 39enne, una delle voci di dentro dell’organizzazione, che si contrappone da sempre anche all’Alleanza di Secondigliano. Ha spiegato gli equilibri criminali della zona di San Giovanni e Teduccio. “Attualmente il clan egemone a San Giovanni è quello dei Rinaldi, capeggiato da Ciro Rinaldi, detto mauè, il quale ha esteso la sua egemonia anche alla zona delle Case Nuove e a piazza Mercato”, ha fatto trascrivere in un verbale recente.

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