Napoli, la mamma di Giogiò: “Basta sconti ai baby assassini”

NAPOLI – Manca poco, qualche ora. L’ansia aumenta. Per domani è prevista una grande manifestazione a Roma per chiedere che venga approvata la legge ‘Giovanbattista Cutolo’ che preveda l’ergastolo per i killer minorenni. Nella capitale arriverà gente da ogni angolo dello Stivale. L’omicidio di Giovanbattista Cutolo ha scosso l’intero Paese. Un ragazzo di 24 anni, un talento della musica, un giovane che frequentava il Conservatorio e per pagarsi le rette lavorava in un pub, ucciso in maniera brutale e disumana nella notte del 31 agosto in piazza Municipio, ai piedi del Palazzo di Città, al termine di una lite scoppiata per futili motivi. Ucciso a colpi di pistola da un 17enne dei Quartieri Spagnoli, la mano armata di una delle tante baby gang che assediano i vicoli. Che sporcano Napoli e i napoletani. Che se ne vanno in giro per compiere rapine, furti, per aggredire chiunque, per offendere e per fare tutto questo “per divertimento”, come spiegano spesso gli stessi giovani violenti quando vengono fermati dalle forze dell’ordine. Fermati e poi rilasciati, nella maggior parte dei casi, dopo una ramanzina, nel giro di qualche ora Promotrice della manifestazione in programma per domani è Daniela Di Maggio, madre di Giogiò, come veniva e viene chiamato il figlio, che da quella drammatica notte si batte per cambiare le cose. Per far sì che non ci siano altre famiglie segnate da tragedie, altri Giogiò, altre mamme condannate all’ergastolo del dolore.
Oltre ai napoletani per bene, ai comitati e alle associazioni, chi l’ha sostenuta di più in questo periodo e chi sente più vicino?
Devo dire che sia la maggioranza che l’opposizione del governo hanno risposto ai miei appelli allo stesso modo. Dal centrosinistra, infatti, ho avuto gli stessi riscontri che ho ricevuto dal ministro Carlo Nordio e dal vicepremier Matteo Salvini. Hanno sposato tutti la mia tesi, la mia battaglia per la legalità. Quello contro mio figlio è un crimine contro l’umanità.
Alla manifestazione manca poco…
Domani a Roma chiederemo con i megafoni di abbassare l’età imputabile perché i minorenni oggi commettono reati molto gravi. Chiederò che la legge del 1988 (il Dpr 22 settembre 1988 intitolato ‘Disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni’, ndr), sia modificata. L’assassino di suo figlio non dev’essere giudicato con questa legge, perché così ‘rischia’ di prendere una condanna a dieci anni e con vari benefici potrebbe addirittura scontare solo la metà. Per tutti i minori colpevoli di omicidio efferato chiederemo l’estensione di pene più severe; il ricorso al processo per direttissima; il divieto di godimento di misure alternative premiali ai minorenni che si sono macchiati di brutali omicidi aggravati da futili motivi; l’istituzione dell’isolamento e detenzione fuori Regione; la revisione e l’abbassamento dell’età imputabile.
Quella di domani non sarà soltanto una giornata di cortei e megafoni.
Sì, infatti alle 14, subito dopo che il corteo avrà raggiunto la sua destinazione, piazza Venezia, sarò a Palazzo Chigi con una delegazione composta da altre tre persone, per incontrare il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano. Ho molta fiducia in questo incontro e nello stesso Mantovano che, va ricordano, è un magistrato. Chi meglio di lui può capirmi. Sa di cosa parlo. Gli ribadirò che la legge del 1988 non è più attuale.
I dati relativi agli omicidi commessi dai minorenni, nel 2022, sono aumentati del 35 per cento rispetto al precedente dato registrato nel 2019. Colpa anche di modelli sbagliati da seguire, quelli esibiti da film e serie tv che inneggiano al crimine e che, in qualche modo, influenzano i giovanissimi. Domani tutta Italia chiederà al governo la revisione del Dpr del 1988. “Chiederemo – conclude la Di Maggio – il processo per direttissima per il killer del mio Giogiò per aver commesso un crimine contro l’umanità”.

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