Napoli. L’altra faida, quella dei giovani. Quattordicenne pestato dal clan

La vittima è il fratello di un fedelissimo del baby boss ucciso Alessio Bossis

NAPOLI – Un quartiere, due faide. Tanti business illegali, i più ambiti: spaccio e racket. Due universi criminali che, a prima vista, sembrano distinti. Ma non distanti, anzi. Il primo livello è occupato dai giovanissimi. Sono aspiranti boss. Si fanno la guerra, prendendosi a botte o a coltellate in strada, perché hanno deciso di schierarsi coi ‘grandi’, sotto le bandiere delle più potenti organizzazioni malavitose di Napoli. C’è chi ha scelto un clan e chi ha optato per i rivali. E poi c’è il secondo livello. Quello dei boss. Quello delle pistole e degli agguati. Come la spedizione di morte eseguita martedì scorso, di mattina, in via Argine ai danni di Emanuele Pietro Montefusco, venditore ambulante con un fratello in rapida ascesa sul panorama criminale di Napoli est. Salvatore Montefusco, alias Zamberletto, partito dall’isolato 17, viene infatti indicato come personaggio di spicco della ‘nuova mala’ di Ponticelli che ha sfidato, nel rione De Gasperi, la consolidata e riconosciuta egemonia del clan De Micco. I due universi criminali non sono paralleli. S’incrociano, eccome. E’ una vicenda, in particolare, a confermarlo. L’altra sera un 14enne è stato accerchiato e pestato da un ‘branco’ composto, pare, da affiliati al clan De Micco. Appena 24 ore dopo un’altra vicenda che racconteremo tra poco. L’aggressione è avvenuta in viale Aldo Merola, nei pressi del Parco Fratelli De Filippo. Zona frequentata da famiglie e da bambini. Ma anche da camorristi o aspiranti tali. Per mettere il 14enne al tappeto, i picchiatori hanno usato addirittura il calcio di una pistola. Una brutalità tipica delle logiche malavitose di Ponticelli. Perché gente che si guadagna da vivere con la camorra dovrebbe accanirsi così tanto su un minorenne? La risposta è semplice: il 14enne è fratello del braccio destro di Alessio Bossis, il baby boss ucciso nell’ottobre di due anni fa nel parcheggio del centro commerciale ‘In Piazza’ a Volla. Fu un’esecuzione di quelle che si riservano soltanto ai capi dei clan. E, infatti, Bossis avrebbe pagato con la vita la decisione di mettere su una cosca tutta sua, staccandosi di fatto dall’orbita dei De Luca Bossa. Di Bossis si era ritornato a parlare 24 ore prima del pestaggio ai danni del 14enne. Perché? Un 15enne di Ponticelli ha accoltellato il fratello 16enne del baby boss per futili motivi. Il 15enne è poi stato arrestato. Alla sua età risponde già di tentato omicidio. Ecco che le due ‘camorre’ di Ponticelli si mescolano. Gli interessi sono comuni. C’è un fil rouge tra i due livelli: il clan De Micco. Fortemente a rischio nel rione De Gasperi, protagonista del pestaggio del 14enne fratello del fedelissimo di Bossis.

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