Napoli, Manfredi: “Palazzo Fuga, via al progetto per aprire i primi spazi l’anno prossimo”

"Per l'Albergo dei poveri c'è un tema legato della governance. Una struttura così grande ha enormi problemi di gestione dal punto di vista dei costi, dal punto di vista anche della continuità della gestione".

Foto Valerio Portelli/LaPresse

NAPOLI – “Per l’Albergo dei poveri c’è un tema legato della governance. Una struttura così grande ha enormi problemi di gestione dal punto di vista dei costi, dal punto di vista anche della continuità della gestione”. Lo ha detto Gaetano Manfredi, candidato sindaco di Napoli del centrosinistra, durante il dibattito ‘Cento idee per l’Albergo dei Poveri’, dove si raccoglieranno idee per la destinazione dell’Albergo dei poveri, ovvero Palazzo Fuga, struttura che si trova a Napoli, oggi inutilizzata. “Penso che dobbiamo essere capaci di avere un mix di azioni – dice Manfredi -, da un lato avere delle istituzioni pubbliche che si possono insediare e che quindi abbiano già una loro dotazione personale e risorse che garantiscano di per sé una parte della sostenibilità economica della gestione dell’Albergo dei poveri. Ad esempio, c’è stata una proposta valutabile del trasferimento della biblioteca nazionale, che rappresenta una grande istituzione e che potrebbe in parte essere una delle finalità di utilizzazione dell’Albergo dei poveri. Dall’altro – aggiunge l’ex ministro dell’Università – affiancare a questo una serie di iniziative che guardano più al mondo del privato e del terzo settore e che colleghino tutto questo tema della creatività, della formazione e della crescita dei giovani a quelle che sono le nuove frontiere del lavoro e dell’impresa, che lavorando sul grande tema dell’impresa culturale e della trasformazione della città partendo dall’impresa culturale. Può essere un’altra destinazione d’uso molto interessante – spiega Manfredi -. Oggi dobbiamo cercare di fare un grande progetto ma poi dobbiamo realizzarlo in maniera tale da fare in modo che già dal prossimo anno i primi spazi dell’albergo dei poveri possano essere destinati all’utilizzazione, perché passare là davanti e vederlo chiuso come l’abbiamo visto da 20 anni mi sembra veramente qualcosa che non è accettabile”.

LaPresse

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