Napoli. Marano, Corrado morto dopo lo speronamento dello scooter: Aurelio resta in carcere

A sinistra Corrado Finale, a destra Aurelio Taglialatela, il presunto responsabile della morte del giovane

MARANO – Aurelio Taglialatela, difeso di fiducia dagli avvocati Alfonso Vozza e Luigi Poziello, resta in carcere dopo l’udienza della convalida del fermo che si è tenuta oggi. Il 19enne di Marano è accusato di aver provocato la morte di Corrado Finale, il 19enne deceduto dopo lo scontro tra lo scooter su cui viaggiava con un amico e l’automobile dell’indagato. Pare che l’impatto sia avvenuto dopo un inseguimento. Ma cos’è successo all’alba di domenica a Città Giardino? Procura e carabinieri hanno fornito un primo quadro dei fatti. Uno scooter – modello Piaggio Beverly – affianca un’automobile, una Fiat 500. I due giovani sul motorino infrangono il vetro anteriore sinistro della vettura utilizzando un martelletto. Il ragazzo al volante della Fiat accelera e tampona lo scooter provocando la rovinosa caduta a terra dei passeggeri, Corrado Finale e un amico 18enne. Corrado muore sul colpo, l’amico riporta lesioni agli arti e ad altre parti del corpo guaribili in trenta giorni. Il ferito finisce all’ospedale Santa Maria delle Grazie.
In via del Mare arrivano i carabinieri. Gli investigatori avviano le indagini. Si passa dall’incidente all’omicidio nel giro di poche ore. E se lo scenario muta in così poco tempo è anche grazie alle dichiarazioni fornite dal sopravvissuto, l’amico di Corrado. Il ragazzo dice ai carabinieri che il giovane alla guida della Fiat 500 li ha investiti di proposito. Voleva farli cadere.
Viene ascoltato il padre del ferito. L’uomo riferisce agli investigatori dell’Arma delle “molteplici discussioni – si legge nel decreto di fermo – intercorse nei giorni passati tra il figlio” e il giovane investitore. Discussioni “determinate a causa della cessazione” di un rapporto sentimentale culminate, a detta del padre del ferito, “con il lancio di una bottiglia incendiaria sui muri dell’abitazione da loro abitata, fatto verificatosi qualche settimana orsono”. Versione confermata da una parente dell’indagato, coinvolta nella relazione sentimentale alla base delle tensioni.
Lo stesso Aurelio Taglialatela ha reso dichiarazioni semi-confessorie agli investigatori e ribadito la storia dei dissidi per la relazione sentimentale, mentre ha negato il lancio della molotov contro l’abitazione del ferito. Corrado Finale, insomma, si è trovato al posto sbagliato al momento sbagliato.

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