Napoli, Maresca: “Simboli con me? C’è un tavolo nazionale che sta ragionando”

"Simboli sulla scheda? Non è un problema mio. A me interessa ragionare di programmi e di progetti, delle cose che la gente vuole. Quando molti hanno enfatizzato anche il mio naturale utilizzo della mia lingua madre, del napoletano, in una piazza popolare e popolosa come quella di Ponticelli, significa che a me non interessa parlare di queste cose".

Foto LaPresse - Gerardo Cafaro 16/12/2015 Napoli cronaca Presentazione del libro " Male Capitale. La misera ricchezza del clan dei Casalesi" edito da Giapeto Editore , di Catello Maresca Nella foto: Catello Maresca Photo LaPresse - Gerardo Cafaro 16/12/2015 Naples (Italy) news Presentation of the book " Male Capitale. La misera ricchezza del clan dei Casalesi" In the pic: Catello Maresca

NAPOLI – “Simboli sulla scheda? Non è un problema mio. A me interessa ragionare di programmi e di progetti, delle cose che la gente vuole. Quando molti hanno enfatizzato anche il mio naturale utilizzo della mia lingua madre, del napoletano, in una piazza popolare e popolosa come quella di Ponticelli, significa che a me non interessa parlare di queste cose”. Così il candidato sindaco di Napoli, con una coalizione civica Catello Maresca. “A me non interessa parlare dei simboli – ha ricordato il pm – lo deciderò insieme, probabilmente, quando si sarà deciso tutto il resto, quando avremo trovato le convergenze sui programmi, capito la squadra da chi dovrà essere rappresentata. Oggi non è un mio problema. C’è un tavolo nazionale che sta ragionando – ricorda Maresca – ma penso che debba primo di tutto scegliere se venire a confrontarsi sui programmi con un progetto che è quello del gruppo civico che rappresento”.

“Parlare oggi dei simboli mi sembra un modello non corretto – incalza il magistrato – parliamo di programmi, contenuti, delle squadre. Poi ci sarà eventualmente anche il momento in cui parlarne, l’importante è che la proiezione naturalmente autenticamente civica sia quella messa al centro. Napoli e i napoletani devono essere al centro” conclude l’ex pm.

LaPresse

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