NAPOLI – “Pianura libera dalla violenza”. E’ stato questo lo slogan scelto per annunciare il sit-in anticamorra di ieri sera in corso Duca D’Aosta. La manifestazione era stata organizzata giorni fa, quando i cittadini del quartiere hanno detto basta all’escalation di violenza che ha portato all’uccisione di Andrea Covelli, il 27enne rapito all’esterno di una cornetteria di Soccavo e ammazzato in via Pignatiello, al confine con l’area dei Camaldoli, e al ferimento di Carlo Pulicati e Antonio D’Agostino. Il 27enne è stato centrato alla mandibola da una pallottola. Il 25enne, invece, è stato sequestrato e pestato al Cannavino. E’ sfuggito alla stessa sorte di Andrea Covelli, perché è riuscito a reagire e a scappare. Secondo gli investigatori la scia di sangue potrebbe avere un solo comune denominatore: la faida di camorra tra i Carillo-Perfetto e gli Esposito-Calone-Marsicano.
I tre episodi di violenza sarebbero da interpretare come ritorsioni che le due cosche in guerra per lo spaccio di stupefacenti si sono scambiate nelle ultime settimane. La gente voleva scendere in piazza per dire basta. Ieri l’ha fatto anche per rallegrarsi per gli ultimi sviluppi investigativi. Gli organizzatori del sit-in non sapevano che poche ore dopo l’annuncio della manifestazione di ieri sera gli agenti della Squadra Mobile avrebbero portato a termine un blitz terminato con 30 arresti effettuati in due distinte operazioni. Giovedì mattina sono stati catturati capi e gregari dei Carillo-Perfetto e degli Esposito-Calone-Marsicano. Tra gli arrestati anche Antonio Covelli, il fratello del 27enne rapito e ucciso. Nell’ordinanza c’è descritto il suo coinvolgimento almeno sino al 2020 a fatti criminosi (spaccio di droga e detenzione di armi) relativi agli eredi dei Pesce-Marfella. Risultanze investigative che avvalorano la tesi della ritorsione per quanto riguarda l’uccisione del fratello.
Tra le persone arrestate non ci sono i mandanti e i killer del delitto Covelli. Ma tutti sanno che il ritrovamento del cadavere del 27enne due settimane fa ha dato la spinta al blitz di giovedì e ai cittadini di scendere di nuovo in piazza per ribadire il loro no alla camorra. Erano in duecento ieri attorno a don Antonio Coluccia, parroco che ha coraggio da vendere. “Qui non comanda la camorra, Pianura è dei cittadini onesti”. I veri proprietari del quartiere hanno il volto rassicurante di don Coluccia e dei rappresentanti delle tante associazioni giovanili, che ieri si sono date appuntamento per colorare corso Corso Duca D’Aosta. In tanti, molti di più di quelli visti nelle manifestazioni precedenti, segno che i 30 arresti portati a termine giovedì hanno ridato coraggio alla gente perbene, hanno detto che via Evangelista Torricelli non è dei Carillo-Perfetto e che il Cannavino non appartiene agli Esposito-Calone-Marsicano. Tutta Pianura è di proprietà delle persone oneste. A tutelarle gli agenti di polizia, che ieri hanno presieduto il sit-in carichi di orgoglio.
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