NAPOLI – Il business della droga con piazze di spaccio statiche e dinamiche tra Fuorigrotta e Quarto. Arriva la sentenza della Corte d’Appello per otto imputati: a Ivan Bonezzi, 26 anni, condanna a sei anni e dieci mesi di reclusione, per Nicola Carandente, 27 anni, una pena di cinque anni, sette mesi e dieci giorni, per Biagio D’Ambrosio, 35 anni, quattro anni e otto mesi, per Angelo Famà, 24 anni, quattro anni, cinque mesi e dieci giorni, per Domenico Granata, 30 anni, cinque anni di reclusione, per Attilio Oriunto, 28 anni, 14 anni e 8 mesi, ad Antonio Rubino, 39 anni, quattro anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione, per Antonio Zasso, 39 anni, cinque anni di reclusione. Tutti hanno avuto forti sconti di pena. Oriunto, Carandente, Granata e Famà sono difesi dall’avvocato Luca Gili. Ora i termini della custodia cautelare saranno sospesi per novanta giorni, il tempo necessario perché i giudici depositino le motivazioni della sentenza in cancelleria e i legali esaminino il dispositivo. Il 29 giugno 2020 i carabinieri arrestarono 14 persone per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti (8 in carcere e 6 agli arresti domiciliari.) L’indagine è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Secondo gli investigatori, erano state messe in piedi due organizzazioni deputate allo spaccio di sostanze stupefacenti operanti a Fuorigrotta e a Quarto. Un ‘sistema’ reso proficuo grazie all’utilizzo di utenze dedicate, abitazioni per il deposito e la custodia della droga, addetti alla preparazione delle dosi, pali, addetti alla vendita ed alla contabilità. Il business con due modus operandi: il primo la vendita statica dello stupefacente e il secondo basato su un canale dinamico.
