NAPOLI – Era il pizzo totale la strategia del clan Angelino, che con le estorsioni a tappeto aveva allungato i tentacoli sull’intero territorio di Caivano. Altra ‘spallata’ alla cosca, altro maxi blitz. Forse quello inferto ieri dai carabinieri si rivelerà il colpo mortale per l’organizzazione malavitosa. Nel cuore della notte i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un provvedimento di applicazione di misura cautelare, emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 14 indagati (di cui 13 sottoposti alla custodia in carcere, uno agli arresti domiciliari), gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, oltre che di estorsione e tentata estorsione, delitti aggravati dal cosiddetto metodo mafioso. In particolare, dalle attività investigative sarebbe emersa la perdurante operatività del clan Angelino, egemone nel campo delle richieste estorsive in danno di imprenditori e commercianti in Caivano e territori limitrofi.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Ambra Cerabona, ha come destinatari Antonio Angelino, alias Tibiuccio, 68enne; per Ferdinando Bervicato, 27 anni; Gianfranco Bervicato, 31 anni (arrestato 24 ore prima per spaccio e resistenza); Raffaele Bervicato, 30 anni; Giuseppe Caiazzo, 36 anni; Giovanni Cipolletti, alias Cipolla, 42 anni; Antonio Cristiano, 28 anni; suo padre Raffaele Cristiano, 57 anni e vigile urbano al Comune di San Cipriano d’Aversa; Antonio D’Andrea, 20enne; Antonio Giustiniani, 37enne; Assunta Reccia, 40 anni; Ferdinando Sorvillo, 46 anni; Raffaele Lionelli, detto ’o ciucciaro, 43 anni; Ferdinando Capitello Grimaldi, conosciuto anche come Fefè, 28 anni. Sono risultati tutti destinatari della misura cautelare del carcere, tranne Assunta Reccia, per la quale il gip ha risposto i domiciliari.
Al gruppo ipotizzato dalla Procura vengono contestati di associazione di tipo mafioso, oltre che di estorsione e tentata estorsione, delitti aggravati dal cosiddetto metodo mafioso. Avrebbero costretto decine di imprenditori e negozianti di Caivano e dintorni a versare la tangente. Il blitz di ieri segue di nove mesi la retata da venti arresti contro i Gallo-Angelino. In meno di un anno si tratta della seconda maxi operazione. In mezzo, tra ottobre e novembre, la Dda ha ‘colpito’ altre due volte, smantellando gruppi guidati dal boss Angelino dediti, secondo l’accusa, a intrecci criminali con politici e imprenditori, intrecci volti a truccare appalti. Lo Stato continua a mostrare i muscoli a Caivano.
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