Aggredita, colpita con un sasso alla testa e violentata. È successo la scorsa notte a una giovane poliziotta che, terminato il turno, stava andando a recuperare la propria auto, parcheggiata all’interno del porto di Napoli. L’aggressore, bloccato dopo pochi minuti dai colleghi della ragazza, prima di abusare di lei ha anche tentato di strangolarla. Ora dovrà rispondere di tentato omicidio e violenza sessuale.
Immediata la solidarietà nei confronti della giovane donna, così come l’indignazione per quanto è accaduto. “Oggi non possiamo che stringerci alla collega brutalmente aggredita a Napoli, manifestandole tutta la solidarietà possibile nella convinzione che il suo valore e il suo coraggio, assieme alla vicinanza di familiari, colleghi e dei cittadini onesti di questa città, la aiutino a superare questo momento così difficile e traumatico”, il commento di Stella Cappelli, segretario generale vicario Fsp, Federazione Sindacale di Polizia che definisce quanto accaduto “l’ennesima barbarie” che, suo malgrado, porta Napoli “quotidianamente alla ribalta delle cronache nazionali” e fa riemergere “prepotentemente sul tavolo una ‘questione sicurezza’ che tormenta la città e la sua provincia, frustrando insopportabilmente la libertà, l’incolumità e la serenità della gente, ostaggio di pericoli di ogni sorta e di delinquenti che sembrano spadroneggiare”. La sindacalista chiede “un intervento forte, diretto e concreto”, che consenta allo Stato di “riaffermare la propria autorevolezza, garantendo ordine e legalità”.
Un “tragico evento” che “ci induce a lanciare un ennesimo grido di allarme a tutte le istituzioni coinvolte affinché si faccia qualcosa di concreto per garantire maggiore sicurezza ai cittadini tutti di questa città”, l’appello della Segretaria Generale del Siulp Napoli Annalisa Cimino. “Questo ennesimo episodio di violenza – continua Cimino – ci spinge a chiedere ai futuri organi istituzionali politici a livello nazionale di provvedere con urgenza a revisionare le politiche immigratorie e la sicurezza urbana, intervenendo sul sistema normativo che disciplina l’operare delle Forze dell’Ordine garantendo a noi poliziotti di poter attuare protocolli operativi certi e scevri da giudizi di responsabilità che molto spesso le pongono in una condizione di quasi impotenza”, denuncia Cimino che ribadisce come “il sistema di videosorveglianza nelle città va migliorato e implementato”, ma – denunci – “da solo non è sufficiente a garantire condizioni di sicurezza. Sul territorio – conclude Annalisa Cimino – serve una presenza più consistente delle forze dell’ordine e un sistema penale che garantisca certezza della pena e che possa essere elemento deterrente per chi in questo Paese agisca nella convinzione di restare impunito”.
di Giusi Brega