Napoli. Ponticelli, uomo dei Minichini-De Luca Bossa morto in carcere: aperta l’inchiesta

NAPOLI – Morto dopo essere stato arrestato nel maxi blitz nel quartiere Ponticelli. Luca La Penna, detto Luchetto, è ritenuto legato al cartello Minichini-De Luca Bossa.
Detenuto dal 2019. Da giorni non si sentiva bene. Ed è deceduto durante i soccorsi. Secondo le prime informazioni, è morto nell’ambulanza prima di arrivare al Cardarelli, dove è stato constatato il decesso.
Lamentava dolori particolari, stanchezza e basse capacità cognitive. La Procura ha sequestrato la salma e disposto l’autopsia. Aperta un’inchiesta per accertare le cause della morte. Ascoltati i compagni di cella.
Riavvolgiamo il nastro. “Bisogna stabilire la causa della morte – si affretta a dire l’avvocato Paolo Gallina, raggiunto al telefono ieri sera – il 42enne lamentava da giorni una spossatezza fisica ingiustificata, che andava progressivamente peggiorando. Tanto che aveva chiesto nel carcere di essere curato. Ma non aveva febbre alta. Arrivava a 37.1-2. Aveva i decimi. Non ho ancora letto la cartella clinica. Sembrerebbe che Luca avesse rifiutato le cure. Ma non è così, perché dalle informazioni che ho, si può dire che non fosse in grado di comunicare, perché in stato confusionale. Sembra ancora che abbia perso conoscenza già durante la notte. Poi la mattina seguente Luca sarebbe arrivato morto al Cardarelli, quindi il decesso durante il trasporto. L’autopsia dovrà chiarire esattamente l’orario del decesso. E bisognerà visionare con attenzione la cartella clinica”.
Luca La Penna era stato arrestato già prima del maxi blitz di un mese fa.
Fu fermato insieme ad altri due prima del 2021, accusati di aver gettato ordigni esplosivi da un ponte a Ponticelli. “Arrestato in un altro maxi blitz nel 2022 e condannato a nove anni e quattro mesi per associazione mafiosa e in continuazione per le bombe – continua l’avvocato – poi di recente la nuova ordinanza contro i Minichini-De Luca Bossa, che è stata annullata su mia richiesta. Lui era recluso dal 2019. Fra tre anni e mezzo avrebbe guadagnato la libertà. Cosa è successo nel frattempo? Lo chiarirà l’inchiesta della magistratura”.
La Procura attende l’esito dell’autopsia, che non è stata ancora fissata.

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