NAPOLI – Le attività di indagine – coordinate dai Pm Stefania Castaldi ed Henry John
Woodcock della locale Procura della Repubblica – Dda – hanno messo a
sistema un’ingente mole di investigazioni condotte nei confronti di diversi gruppi
familiari, da cui sono emersi numerosi indizi e riscontri sul network imprenditoriale
sfruttato dai clan per la ripulitura e il reinvestimento dei capitali illecitamente
prodotti. E oggi il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione a provvedimenti cautelari, personali e reali, nei confronti di alcuni storici fiancheggiatori dei clan “Di Lauro” e “Bocchetti”: un uomo è stato posto agli arresti domiciliari e ed è stato effettuato un sequestro patrimoniale di 5 strutture alberghiere, un autosalone e svariati conti correnti. Tra i soggetti colpiti dai provvedimenti, figura Pietro Virgilio, 64 anni, alias “Pierino o’ infermiere”, affiliato al clan “Di Lauro, con un passato da storico contrabbandiere di tabacchi lavorati esteri e oggi destinatario della misura detentiva agli arresti domiciliari. Nel suo periodo di maggiore espressione criminale,
era stato tra gli attori principali del commercio clandestino di bionde degli anni ‘90, accumulando un ingente patrimonio. A lui risulta riconducibile un’azienda di Casoria, attiva nel commercio di autoveicoli, cautelata in sequestro. Carmine Aquavella, deceduto nel 2014, era, invece, affiliato al clan “Bocchetti”, di cui, dopo la consueta “gavetta”, era diventato il tesoriere, curandone il riciclaggio dei proventi illeciti. Per il perseguimento dell’intento delinquenziale, questi si avvaleva del supporto sia di familiari che di conoscenti, tra cui la moglie, Concetta Solla, e i figli di quest’ultima. Tra le attività commerciali utilizzate per il reimpiego dei patrimoni “neri”, figurano cinque strutture alberghiere ubicate tra Napoli, Casavatore, Giugliano in Campania e Melito di Napoli, oggi sottoposte a
vincolo patrimoniale.